Allarme tra gli adolescenti in Calabria: poca lettura, scarso movimento e uso eccessivo del cellulare

La carenza di opportunità culturali e il crescente disagio psicologico evidenziano le fragilità del territorio

In Calabria poco più di un terzo degli adolescenti legge libri non scolastici e oltre uno su tre non pratica alcuna attività fisica. È quanto emerge dalla XVI edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio “Senza filtri”, diffuso da Save the Children. Il documento traccia un quadro complessivo delle condizioni degli adolescenti in Calabria, evidenziando criticità diffuse che riguardano istruzione, salute mentale, relazioni digitali e accesso alla cultura.

Nella regione gli adolescenti rappresentano il 6,9% della popolazione, quota in linea con la media nazionale, mentre le famiglie con un solo figlio sono il 24,7% del totale.

Nella regione gli adolescenti rappresentano il 6,9% della popolazione, quota in linea con la media nazionale, mentre le famiglie con un solo figlio sono il 24,7% del totale.

Povertà educativa

Il rapporto pone l’accento sulla povertà educativa, ancora particolarmente marcata. In Calabria legge libri solo il 35,3% degli adolescenti, contro il 53,8% nazionale; un giovane su tre non pratica sport (il 35,1%, valore più alto d’Italia), e poco più di un terzo ha visitato mostre o musei nell’ultimo anno (37,9% contro il 50,1% nazionale). Dati analoghi emergono per i siti archeologici, visitati dal 27,8% degli adolescenti calabresi a fronte del 40,2% nazionale. Secondo l’Atlante, tali carenze limitano le opportunità di crescita e l’acquisizione delle competenze culturali di base, accentuando il divario nord-sud.

Sul fronte scolastico la regione registra un tasso di dispersione implicita dell’11,6%, superiore alla media italiana dell’8,7%, e un tasso di abbandono precoce degli studi pari al 10,8%, in progressivo miglioramento negli ultimi anni.

Salute mentale

Particolarmente critico il capitolo della salute mentale: la Calabria è tra le quattro regioni italiane prive di posti letto in reparto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, elemento che incide sull’accesso tempestivo ai servizi. A livello nazionale, nel 2023, si sono registrati 64.319 accessi ai pronto soccorso per disturbi mentali di bambini e adolescenti, confermando la crescente domanda di supporto psicologico nel post-pandemia.

La rete

Una parte centrale del rapporto è dedicata alle relazioni online, tema sempre più rilevante nella fascia tra 11 e17 anni.

Il 38% degli adolescenti utilizza il cellulare anche in presenza di amici o familiari, mentre il 27% accusa ansia o nervosismo quando non può connettersi. L’uso problematico della rete riguarda il 13% dei ragazzi, mentre il fenomeno del cyberbullismo è in forte aumento: il 47,1% dichiara di aver subito almeno un episodio (erano il 31,1% nel 2018). Sono diffusi anche comportamenti legati alla gestione conflittuale delle relazioni digitali, come il ghosting (30%). Accede a contenuti pornografici circa il 37% degli adolescenti, con percentuali decisamente più elevate tra i maschi. Nonostante la forte esposizione alla dimensione online, oltre l’82% degli intervistati dichiara di avere rapporti soddisfacenti con gli amici e il 78% con i genitori.

Il quadro complessivo restituisce l’immagine di una regione in cui le opportunità educative, culturali e di benessere restano fragili, mentre crescono i rischi connessi all’ambiente digitale e alla carenza di servizi dedicati alla salute mentale degli adolescenti. (Ansa)

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