Baker Hughes, Stasi non ci sta: tutti bravi a parlare di posti di lavoro

Il sindaco di Corigliano-Rossano interviene ancora una volta in merito alla decisione della società di rinunciare al preannunciato investimento nel porto della città

“A parlare di investimenti e posti di lavoro siamo tutti d’accordo e tutti discretamente bravi. Ogni progetto, come ogni investimento, è funzionale allo sviluppo della Calabria. Ma il rispetto delle norme, la legittimità e la trasparenza delle procedure, in una parola la legalità, sono necessarie per lo sviluppo della Calabria o sono diventate improvvisamente discrezionali, come bandiere da sventolare ed ammainare a piacimento, in base all’entità dell’investimento o alla capacità relazionale dell’investitore?”. Così, in una nota, il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, in relazione alla decisione della società Baker Hughes di rinunciare al preannunciato investimento nel porto della città.

“E sia chiaro – aggiunge Stasi – che gli unici a non avere responsabilità in tutto questo sono proprio gli investitori, sulla cui serietà nessuno discute. Ho rivolto la domanda, e la ribadisco, a tutti i paladini del lavoro e dello sviluppo dell’ultima ora: gli uffici comunali avrebbero dovuto dare una conformità urbanistica falsa, sì o no? Spesso risulto poco simpatico perché non sono tipo da ‘nì’. Ecco perché bisogna avere il coraggio di dire che, pur di non ostacolare l’investimento, bisognava fare carte false. Ma il Comune di Corigliano-Rossano ha un’altra impostazione: ha posto il problema immediatamente, ha chiesto in decine di occasioni di superarlo ed ha persino proposto un protocollo di intesa con una pianificazione da condividere, in modo da destinare le altre banchine e non quelle utili a Baker Hughes. Tutto vano. Ed ancora, ribadisco nuovamente ai medesimi paladini: trovate normale ed accettabile che nel 2024, in un Paese occidentale, venga data un’autorizzazione con una Conferenza dei servizi che ha per oggetto un’altra cosa e che è stata convocata un mese e mezzo prima della richiesta stessa di autorizzazione?”.

“E sia chiaro – aggiunge Stasi – che gli unici a non avere responsabilità in tutto questo sono proprio gli investitori, sulla cui serietà nessuno discute. Ho rivolto la domanda, e la ribadisco, a tutti i paladini del lavoro e dello sviluppo dell’ultima ora: gli uffici comunali avrebbero dovuto dare una conformità urbanistica falsa, sì o no? Spesso risulto poco simpatico perché non sono tipo da ‘nì’. Ecco perché bisogna avere il coraggio di dire che, pur di non ostacolare l’investimento, bisognava fare carte false. Ma il Comune di Corigliano-Rossano ha un’altra impostazione: ha posto il problema immediatamente, ha chiesto in decine di occasioni di superarlo ed ha persino proposto un protocollo di intesa con una pianificazione da condividere, in modo da destinare le altre banchine e non quelle utili a Baker Hughes. Tutto vano. Ed ancora, ribadisco nuovamente ai medesimi paladini: trovate normale ed accettabile che nel 2024, in un Paese occidentale, venga data un’autorizzazione con una Conferenza dei servizi che ha per oggetto un’altra cosa e che è stata convocata un mese e mezzo prima della richiesta stessa di autorizzazione?”.

“È vero – dice ancora il sindaco di Corigliano-Rossano – che l’ordinamento amministrativo è cosa complessa, ma partiamo dalle basi: i pareri li vogliamo raccogliere, anche in maniera subliminale, per qualcosa che almeno è già stata richiesta? Ecco quelle che ho ribattezzato le ‘conferenze veggenti’. Capisco che assurgere al ruolo di chi difende posti di lavoro in una terra di emigrazione è molto più semplice e va molto più alla pancia rispetto a spiegare che una tale assurdità renderebbe ogni successivo iter autorizzativo una vera e propria barzelletta”. (Ansa)

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