Lotta alle infiltrazioni della ‘ndrangheta, intesa tra le Prefetture calabresi e la Dda di Catanzaro

L'accordo è espressione delle intese tra Viminale e Procura nazionale antimafia, nell'ottica del potenziamento dell'azione istruttoria dei Gruppi interforze antimafia

I prefetti di Catanzaro Enrico Ricci, Cosenza Rosa Maria Padovano, Crotone Franca Ferraro e Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco, competenti per territorio nell’ambito del Distretto giudiziario di Catanzaro ed il procuratore della Repubblica facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla hanno sottoscritto un accordo di collaborazione.

L’accordo è espressione delle intese tra ministero dell’Interno e Procura nazionale antimafia, nell’ottica del potenziamento dell’azione istruttoria dei Gruppi interforze antimafia e prevede uno stabile modello di collaborazione tra gli Uffici giudiziari e le Prefetture visto anche la contiguità con le competenze attribuite ai prefetti nell’attività di prevenzione delle infiltrazioni della ‘ndrangheta attraverso le certificazioni antimafia e il versante investigativo proprio della magistratura.

L’accordo è espressione delle intese tra ministero dell’Interno e Procura nazionale antimafia, nell’ottica del potenziamento dell’azione istruttoria dei Gruppi interforze antimafia e prevede uno stabile modello di collaborazione tra gli Uffici giudiziari e le Prefetture visto anche la contiguità con le competenze attribuite ai prefetti nell’attività di prevenzione delle infiltrazioni della ‘ndrangheta attraverso le certificazioni antimafia e il versante investigativo proprio della magistratura.

“Si tratta – ha spiegato Ricci nel corso della sottoscrizione – di un rapporto che c’è sempre stato tra le Prefetture e la Direzione distrettuale antimafia, soprattutto in questa terra. Il protocollo formalizza la collaborazione e ci consentirà di lavorare meglio. Attraverso uno scambio di informazioni che già avviene, nel rispetto assoluto dei ruoli di ognuno, in particolar modo nel rispetto del segreto istruttorio e che ci consentirà di avere un quadro più esauriente della situazione che andremo a verificare nell’attività di prevenzione”.

“Si definisce – ha sottolineato Capomolla – un modello stabile di collaborazione, con l’auspicio di accrescere l’azione di prevenzione, tanto quella amministrativa delle Prefetture, quanto quella di competenza della Direzione distrettuale antimafia con lo scopo di contrastare la capacità di infiltrazione della criminalità organizzata rispetto al tessuto economico, di intercettare flussi finanziari pubblici e di insinuarsi nella realizzazione di opere pubbliche in modo da contenere il tentativo di contaminazione del tessuto economico”. (Ansa)

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