Vibo Valentia spinge sulla delocalizzazione di Meridionale Petroli: dal Ministero segnali concreti di apertura

Delegazione comunale a Roma per preparare la conferenza dei servizi del 19 dicembre. Il sindaco Romeo: video decisivo per mostrare l’incompatibilità tra spiaggia e depositi. Ora servono fondi e un impegno formale

Una delegazione del Comune di Vibo Valentia – composta dal sindaco Enzo Romeo, dall’assessore alle Attività produttive Stefano Soriano e dal consigliere comunale Silvio Pisani, delegato al Porto di Vibo Marina – ha incontrato oggi a Roma i tecnici del Ministero delle Infrastrutture per affrontare uno dei dossier più delicati e attesi del territorio: la delocalizzazione dei depositi costieri di Meridionale Petroli.

Il ruolo di Saccomanno (Lega)

Il ruolo di Saccomanno (Lega)

L’incontro, organizzato anche grazie al ruolo di raccordo svolto da Giacomo Saccomanno, esponente di spicco della Lega in Calabria, arriva a pochi giorni dalla conferenza dei servizi fissata per il 19 dicembre presso la sede dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Un appuntamento chiave che potrebbe segnare un passaggio decisivo per lo sviluppo di Vibo Marina, soprattutto alla luce dei 27 milioni di euro di investimenti, che puntano a trasformare il porto in un polo dedicato alla nautica da diporto e alla futura ricettività turistica. Progetti in atto mentre altri cantieri stanno per partire. Un pacchetto di opere capace di cambiare in poco tempo i connotati della cittadina.

Mostrata l’incompatibilità tra spiaggia e depositi

“Sicuramente un incontro positivo” commenta il sindaco Enzo Romeo, che nel colloquio con i tecnici ministeriali ha portato anche un video realizzato dal Comune per mostrare “dal punto di vista visivo” la strettissima vicinanza tra la spiaggia e i depositi di carburante. “Un’intimità eccessiva – spiega Romeo – che, pur nel rispetto delle norme di sicurezza, non può essere ritenuta compatibile con qualsiasi idea di sviluppo moderno del nostro litorale. Era importante farlo vedere chiaramente”. Il materiale audiovisivo – un sorvolo con drone sulla costa e sull’area portuale – avrebbe colpito per immediatezza e impatto visivo: “Un video spettacolare”, racconta il sindaco. “Lo utilizzeremo anche in conferenza dei servizi”.

L’area industriale sito alternativo

La delegazione comunale ha ribadito al Ministero la scelta già approvata all’unanimità dal Consiglio comunale: spostare i depositi in un’area alternativa, individuata nella zona industriale. “Abbiamo spiegato – dice Romeo – che esiste un sito disponibile in area industriale. La procedura non è ancora formalmente conclusa, ma confidiamo che possa essere definita a breve. È una soluzione che risponde a esigenze di sicurezza e, soprattutto, di sviluppo”. Il Comune chiede al Ministero non solo un sostegno politico, ma anche la possibilità di accedere a fondi destinati alle delocalizzazioni strategiche. “Ci hanno risposto che potrebbero esserci risorse utilizzabili. Gli uffici lavoreranno da qui al 19 dicembre per arrivare alla conferenza con elementi più solidi”. Necessaria, quindi, una forte sinergia tra l’Autorità Portuale e il fronte istituzionale.

Il mandato del Consiglio comunale

Romeo ricorda di aver già esposto le sue istanze al presidente dell’Autorità, Paolo Piacenza. “Non parlo a titolo personale: esiste una delibera unanime del Consiglio comunale. Le richieste avanzate a Roma sono quelle dell’intera città”. La Regione, attraverso le proprie osservazioni inviate all’Autorità Portuale, avrebbe già manifestato attenzione al tema. L’obiettivo della delegazione è chiaro: arrivare alla conferenza dei servizi del 19 dicembre con una posizione ministeriale formalizzata, in grado di rafforzare la linea del Comune sulla necessità dello spostamento.

Una delocalizzazione attesa da decenni

“Il Ministero ci ha dato disponibilità a lavorare fino all’ultimo giorno utile. È un segnale che ci lascia soddisfatti” afferma Romeo. La rimozione dei depositi costieri è considerata da anni uno snodo essenziale per il rilancio del porto di Vibo Marina. Con un piano di investimenti da 27 milioni di euro, la prospettiva è quella di trasformare l’area in un polo dedicato: alla cantieristica e nautica da diporto, alla ricettività alberghiera, e alla piena integrazione tra porto, lungomare e attività turistiche. La permanenza dei depositi, oggi collocati tra il mare e la zona urbana, rappresenta uno degli ostacoli principali alla piena realizzazione di questa visione.

La partita ora si gioca a Gioia Tauro, nell’appuntamento del 19 dicembre che potrebbe definire i prossimi passi di un processo complesso ma sempre più concreto.

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