La cocaina dei clan calabresi per le cosche di Caivano, 50 misure cautelari

Blitz dei Carabinieri nella notte. Le indagini riguardano reati compiuti tra il 2019 e il 2020

Con un blitz dei Carabinieri, in esecuzione di misure cautelari emesse dal gip di Napoli, a Caivano nella notte sono state eseguite 50 misure cautelari (49 in carcere e una con il beneficio dei domiciliari), per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione a fine di spaccio di droga, aggravati dalla finalità di agevolare il clan Angelino-Gallo, egemone nella zona. 

Le piazze di spaccio

Le piazze di spaccio

Le indagini riguardano reati compiuti tra il 2019 e il 2020. Il gruppo si occupava dell’approvvigionamento all’ingrosso di vari tipi di droga e di fissare tempi, luoghi, modalità di trasporto, custodia e vendita degli stupefacenti che distribuiva a oltre 20 piazze di spaccio a Caivano i cui gestori avevano l’obbligo di rifornirsi dalla cosca. Per questo monopolio, il clan ha imposto i prezzi di ogni tipo di sostanza, deciso le quantità e le piazze di destinazione dei tipi di droghe. I guadagni mensili stimati supererebbero il 500 mila euro in media.

Tra i canali di approvvigionamento utilizzati emerge il contatto con diverse ‘ndrine calabresi, in particolare per l’acquisto di cocaina. Il provvedimento è frutto di “un viaggio, un percorso che è stato fatto su Caivano nell’ultimo anno e mezzo dal punto di vista investigativo e di contrasto” all’illegalità e alla criminalità, spiega il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti. 

“È stato fatto un lavoro intelligente e si è andati per step – aggiunge – il primo step è stato fatto nel giugno 2023 con i primi 21 arresti per estorsione”, poi l’inchiesta che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni e al commissariamento, con “altri step fatti nell’ottobre 2023”.

“Al momento possiamo dire che il clan Angelino-Gallo è stato decapitato. È la quarta volta che si interviene in un anno e mezzo su questo clan. Quindi non conosciamo in questo momento su quel territorio soggetti emergenti» afferma Gratteri, aggiungendo che «ora sta ai cittadini di Caivano decidere da che parte stare: se voltarsi dall’altra parte rispetto al risultato di oggi e continuare a relazionarsi con la camorra o decidere che si possono fidare di noi”. (Agi)

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