La lettera di Rocco Tripodi: smarrito e desolato in mezzo ai cantieri di Vibo (video)

Critiche indirizzate anche all'assessore ai lavori pubblici Monteleone per avere dichiarato di "non entrare nel merito dei progetti"
lavori vibo

“Allarmi, allarmi, allarmi son sfascisti… (da il “Sabatini Coletti”) Sfascismo: Atteggiamento politico proprio di chi persegue vantaggi immediati senza preoccuparsi delle conseguenze per la collettività. Questo penso quando, smarrito e desolato, attraverso i tanti cantieri disseminati per la città: Un annullamento cieco dell’esistente, con mezzi meccanici, e successiva posa del materiale per la pavimentazione, con modalità copiaincolla (per tipologia e qualità) in tutte le piazze, ma irregolare, scomposta – oggi si direbbe Destrutturata – improvvisata e senza alcuna attenzione per la sicurezza di chi dovrà frequentarle (per imperdonabili difetti di progettazione, esecuzione e controlli).

Bruttezza e fragilità

Bruttezza e fragilità

Sempre e ovunque, nonostante bruttezza e fragilità dimostrate in passato, queste finte basole scure che coprono strade, marciapiedi e piazze dell’intera città.
Ci sarà un unico fornitore privilegiato, magari lo stesso che fornisce vagonate di transenne al Comune.
Nella rigeneranda p.zza Municipio si sta procedendo anche qui con una pavimentazione sempre con le solite frattaglie scure di conci pietrosi impastate a mo’ di basole, procedendo per tutta la lunghezza creando centralmente un gradinetto di 10 cm. Negli ultimi giorni, forse dietro segnalazione di “qualche cittadino” più attento del Rup (responsabile unico del progetto) hanno provvisoriamente interrotto per apportare una modifica. Sono inoltre iniziati i lavori in p.zza del Lavoro. Anche qui sono stati rimossi i vecchi (ma ben conservati) cordoli in granito. Ad oggi sono accantonati a lato del cantiere. Mi auguro che se ne faccia buona guardia.

Manufatti squadrati

Le stesse basole si sono perse anche in via del Gesù e al loro posto sbirluccicano, con il loro candido biancore manufatti squadrati di littoria memoria che nulla ci azzeccano con il contesto storico abitativo che ha resistito ai terremoti del 1783 e 1905. I soli interventi dovrebbero essere mirati e finalizzati rigorosamente al ripristino e conservazione dei luoghi. In via Pignatari sono già stati consegnati i lavori. Qui si è proceduto con incauto ardimento alla pavimentazione con la tecnica dell’Opus Incertum. Ma è evidente che nessuno ha spiegato agli esecutori che Incertum non significa Ad Muzzum. A vederla, aldilà delle regole costruttive ignorate, ricorda il tetto di una macchina su cui si è abbattuta violentemente la grandine. Non oso pensare quale sarà il destino di p.zza Morelli/Buccarelli dove sono stati sciaguratamente divelti i sanpietrini (unica posa di pavimenti recente che era stata fatta da professionisti).

Cantieri come teatri

Di p.zza S. Maria se ne era già parlato. Era stato fatto un sopralluogo con l’impresa, assessore e Rup comunali. Sicuramente l’intera responsabilità di questa disastrosa situazione va ascritta alla precedente gestione Limardo che aveva necessità di aprire cantieri, come fossero “teatri”, per raccattare platee gongolanti e consenzienti in prossimità delle elezioni. Tempo perso. Risponderebbero che la colpa è di chi li ha preceduti. Ora è cambiata la Giunta. Il neosindaco da sempre (anche quando si candidava con il centrodestra) gode meritata fama di uomo garbato, gentile, pacato e assai riguardoso; un buon cristiano (o meglio un cristiano buono).

L’assessore gentiluomo

Non vorrei però che tanta educazione abbia snaturato il fine stesso del sopralluogo, trasformandolo in una “cordiale visita di cortesia”. In questi ultimi giorni è stata pubblicata una dichiarazione sullo stato dei lavori, dell’assessore Monteleone. Stimato professionista e persona accreditata nel privato per la sua serietà. Indossati i panni del politico, in un fiat, azzera il suo ragguardevole profilo e precipita nel ridicolo. Lui non giudica il progetto degli altri? E chi lo deve fare? La Guardia medica? Mago Zurlì?, Capitan Harlock. Riduce l’evidenza dei disastri e delle incongruenze costruttive a opinabili “questioni di gusti” e che, in fondo in fondo, le scelte progettuali a lui non dispiacciono. Il giudizio estetico lasciatelo a noi cittadini a cui è negata ogni altra discrezionalità. Da lui ci si aspetta un’analisi tecnica, avendone ruolo e titolo, dell’intera progettazione (grafici, relazioni, capitolati, computo metrico, prezziari) e valutarne regolarità, congruità, rispetto, aderenza e riproposizione fedeli in fase di realizzazione.

Mi fa specie che apprezzi esteticamente la barbara uniformità delle piazze e strade storiche ricoperte improvvidamente con fragili parallelepipedi di pietre grattugiate miste a cemento a forma delle basole e dei cordoli fatti scomparire. Che dire? Non è certo il miglior viatico per una nuova amministrazione”.

Rocco Tripodi

Cartellino Rosso – Sabato 7 settembre
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