Scioglimento dell’Asp, Mammoliti: sanità schiacciata sui livelli più bassi

Sul "caso Vibo" prende posizione anche Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati

“Adesso lo Stato ripristini la sua supremazia e risani la sanità isolandola da tutti i condizionamenti”. Per Raffaele Mammoliti, consigliere regionale del Pd, all’indomani del nuovo scioglimento dell’Asp, non ci sono alternative. Anche perché il sistema sanitario vibonese ormai appare “schiacciato” sui livelli più bassi dell’Italia intera. Mancano posti letto, i Lea sono inconsistenti, Case e ospedali di comunità sono di là da venire, non dispone di posti letto di riabilitazione e di residenza medicalizzata con spese a carico del Servizio sanitario nazionale, i malati sono costretti a pagarsi le cure, le liste d’attesa hanno tempi biblici, la medicina sul territorio annaspa da tutte le parti. A questo punto non servono proclami, prese di distanze, inutili promesse. C’è solo da rimboccarsi le maniche e ripartire dal poco che c’è.

Nuovo ospedale

Nuovo ospedale

“Lo Stato – sostiene Mammoliti – deve ripristinare il governo della sanità pubblica nel Vibonese per affermare la necessaria supremazia in un settore che in cinque anni ha visto cambiare cinque commissari, di cui due part-time. La decisione del Consiglio dei ministri di nominare una commissione straordinaria all’Asp di Vibo Valentia evidenzia, in modo incontrovertibile, come nonostante il precedente scioglimento, l’opera di bonifica non sia stata evidentemente tale da imprimere in profondità quella necessaria bonifica nel sistema di gestione della sanità pubblica”.

Non basta. “Nel territorio vibonese – continua – bisogna tenere in considerazione due elementi molto paradigmatici che denotano la responsabilità sicuramente politica di chi possiede ruoli di governo ai vari livelli. Il primo. La costruzione del nuovo ospedale prevista con ordinanza di protezione civile ancora è sprovvista del progetto esecutivo dopo oltre 15 anni. La seconda. In cinque anni sono cambiati ben cinque commissari di cui due part-time. È evidente che con questa precarietà – aggiunge – si è di fatto favorito un graduale smantellamento del sistema pubblico a causa del governo precario che non ha evidentemente avuto la forza di assumere provvedimenti urgenti, strutturali e straordinari come invece la criticità vibonese richiedeva”.

Alfredo Antoniozzi (FdI)

Non resta che auspicare, pertanto, “che la commissione straordinaria – conclude l’esponente del Pd – possa, anche attraverso il sostegno delle forze politiche, sociali e istituzionali, favorire l’affermazione del necessario governo della sanità pubblica imprimendo quel necessario risanamento e arginando qualsiasi condizionamento da parte di organizzazioni criminali e/o eventuali centri di potere che perseguono interessi privati”. Sullo scioglimento dell’Asp, si sofferma anche Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Come dice giustamente il presidente Occhiuto – afferma – è opportuno che l’opinione pubblica sappia che lo scioglimento dell’Asp di Vibo per infiltrazione mafiosa è relativo a fatti vecchi e non alle nuove gestioni. È normale – prosegue – che un provvedimento del genere susciti sconcerto, ma è doveroso che tutti insieme, senza distinzioni, si lavori, ognuno per le proprie competenze, per ripristinare la legalità. Su questo tema sarebbe sbagliato dividersi”.

Tra l’altro “la giunta regionale e il presidente Occhiuto – conclude – sono una garanzia di legalità e di contrasto alle mafie, così come lo sono i rappresentanti istituzionali di tutti gli schieramenti politici”.

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