Santuario di Natuzza, il collegamento con l’autostrada resta nel cassetto

I venti milioni che erano stati messi a disposizione dalla Regione e dall'ex presidente Oliverio a distanza di tanto tempo non sono più sufficienti
natuzza

I sette chilometri che dallo svincolo autostradale (A2) per Mileto portano sino a Paravati, una mulattiera sono e una mulattiera restano. Con buona pace dei tanti disagi per il turismo religioso che nella ex capitale normanna ha ormai da tempo messo radici.

Ad assegnare loro questo destino concorrono tanti fattori a cominciare dalla indolenza di chi gestisce le tante stanze dei bottoni sparpagliate ai vari livelli politico-amministrativi. Il fatto che il percorso in questione sia un susseguirsi di stretti tornanti in continua pendenza e che rallentano pesantemente il collegamento con Mileto e, in particolare, con la chiesa voluta da Natuzzza Evolo e recentemente elevata a santuario mariano, da qualche tempo, infatti, sembra non interessare più nessuno. Permangono, pertanto, le difficoltà per le migliaia e migliaia di fedeli che, specialmente in determinate occasioni, arrivano in pellegrinaggio per visitare la fondazione “Cuore immacolato di Maria, rifugio delle anime”.

Ad assegnare loro questo destino concorrono tanti fattori a cominciare dalla indolenza di chi gestisce le tante stanze dei bottoni sparpagliate ai vari livelli politico-amministrativi. Il fatto che il percorso in questione sia un susseguirsi di stretti tornanti in continua pendenza e che rallentano pesantemente il collegamento con Mileto e, in particolare, con la chiesa voluta da Natuzzza Evolo e recentemente elevata a santuario mariano, da qualche tempo, infatti, sembra non interessare più nessuno. Permangono, pertanto, le difficoltà per le migliaia e migliaia di fedeli che, specialmente in determinate occasioni, arrivano in pellegrinaggio per visitare la fondazione “Cuore immacolato di Maria, rifugio delle anime”.

Qualcuno cerca anche di percorrere strade alternative, ma i tempi si allungano notevolmente anche se migliora il livello di sicurezza. Quanti provano, per esempio, a uscire allo svincolo di Sant’Onofrio, devono attraversare tutta Vibo il cui traffico veicolare, specialmente in certe fasce orarie, non facilita l’arrivo a Paravati in tempi accettabili.

Strada lastricata di disagi

A spulciare tra le carte, in verità, si trova traccia di un progetto del 2016, allorchè l’allora presidente della Regione, Mario Oliverio, si rese promotore di un progetto, che, se realizzato, avrebbe sicuramente eliminato ogni difficoltà alle masse di pellegrini che, in certe ricorrenze, arrivano a Paravati a decine di migliaia. L’elaborato tecnico, indicato col codice UC153, prevedeva una spesa di venti milioni di euro da finanziare con i “Fondi per lo sviluppo e coesione” 2014/2020. I lavori avrebbero dovuto essere effettuati dall’Anas intervenendo su un primo tronco di circa cinque chilometri finalizzato all’adeguamento della SP 10. Sullo stesso era previsto 1,1 km in variante, nonchè la realizzazione di una galleria e un viadotto. Il secondo tratto, pure in variante, avrebbe dovuto consentire il collegamento con Paravati e l’area parcheggio dell’attuale santuario.

L’aumento dei costi

A lavori conclusi, uscire dallo svincolo dell’A2 e raggiungere Mileto sarebbe stato non solo agevole e veloce, ma anche del tutto sicuro. Idee, progetti, elaborati e buone intenzioni devono, però, sempre fare i conti con i tempi della burocrazia e gli ingarbugliamenti creati dalla politica calabrese, quasi mai in linea con gli interessi della gente e del territorio. Dopo un lustro di controproducenti palleggiamenti, infatti, la Regione s’è accorta, improvvisamente, che i prezzi di materiali e manodopera sono lievitati e che con la cifra già stanziata (20mln) non si sarebbe potuto fare più nulla. Magari ci si sarebbe aspettati un impegno corale per reperire i fondi mancanti, in realtà non è successo nulla. Negli ultimi due anni non s’è praticamente mossa foglia. E tutto lascia intuire che in quelli a venire le cose non cambieranno. Ammenochè…

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