Clinica riceveva rimborsi dal Servizio sanitario per prestazioni mai svolte: danno da 680mila euro

La Procura regionale per la Corte dei Conti ha invitato i presunti responsabili a fornire deduzioni, in vista di un eventuale atto di citazione in giudizio

La Procura Regionale per la Corte dei conti della Calabria, a conclusione di una complessa attività investigativa svolta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, ha emesso “invito a fornire deduzioni” nei confronti di una clinica privata – già accreditata con il Servizio sanitario regionale per la fornitura di prestazioni di ricovero ospedaliere e di natura ambulatoriale – nonché, in solido, nei confronti del relativo management pro tempore (presidente del CdA e direttore generale).

Le indagini dei finanzieri

Le indagini dei finanzieri

Gli accertamenti, eseguiti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro, coordinati dal procuratore regionale per la Corte dei Conti Romeo Ermenegildo Palma e seguiti dal sostituto procuratore Gianpiero Madeo, ed effettuati successivamente alle indagini di polizia giudiziaria a suo tempo delegate dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catanzaro, oggi in fase dibattimentale, hanno permesso di disvelare i connessi profili di responsabilità erariale da parte della summenzionata struttura.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno appurato come, nel 2016, la casa di cura avrebbe percepito oltre 680 mila euro, erogati dal Servizio sanitario regionale per la copertura dei costi delle prestazioni di alta specialistica nell’Unità di terapia intensiva coronarica (UTIC), a titolo di “funzioni non tariffabili”, che sono remunerate prescindendo dal costo effettivo della singola prestazione.

Tuttavia, l’attività istruttoria, svolta anche mediante l’accesso presso i locali dichiaratamente dedicati all’erogazione delle prestazioni sanitarie di tipo UTIC, ha consentito di accertare che la clinica, nonostante fosse accreditata e rimborsata per assicurare le suddette prestazioni, non avrebbe mai svolto tale attività.

Infatti, presso la struttura non è risultata essere mai stata effettivamente attivata un’Unità di terapia intensiva coronarica, con personale medico e paramedico dedicato ed i locali – solo formalmente adibiti a UTIC – erano in realtà utilizzati per i ricoveri ordinari.

A fronte delle presunte false rendicontazioni, la clinica ha indebitamente incassato 680.285,00 euro erogati dal Servizio sanitario regionale per il 2016.

Pertanto, relativamente ai rimborsi percepiti e non dovuti per il 2016, la Procura regionale per la Corte dei Conti, ritenendo sussistenti precise risultanze probatorie ai fini dell’imputazione della responsabilità amministrativa per danno erariale, ha invitato i presunti responsabili a fornire deduzioni, in vista di un eventuale atto di citazione in giudizio.

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