Chi immaginava che la prefetta Anna Aurora Colosimo all’assemblea degli imprenditori vibonesi sedesse in prima fila solo perché lo prevede il protocollo forse è rimasto un po’ sorpreso. Perché non solo la prefetta si è alzata a prendere la parola per un saluto, che in genere viene definito di cortesia, ma si è messa comoda, ha preso il microfono che il giornalista de Il Sole 24 Ore, Nino Amadore, gli ha offerto ed ha messo subito le carte in chiaro di fronte ai soci riuniti per l’occasione nell’auditorium della Scuola Allievi Agenti di Polizia, alla presenza dei vertici provinciali e regionali di Confindustria, che a Vibo Valentia quest’anno festeggia i trent’anni di attività.
Il segnale della Prefetta
Il segnale della Prefetta
“In questo territorio ci sono veramente aziende di eccellenza famose in tutta Italia, direi anche nel mondo. Qui una crescita vera, legale, è molto più difficile che al Nord. Abbiamo il compito di capire, perché solo così possiamo essere tutori della parte sana” di questa provincia. “Ecco perché ritengo che gli imprenditori che operano in questo territorio meritano un plauso ancora maggiore. Noi come istituzioni – ha detto ancora Anna Aurora Colosimo – dobbiamo difendere quella crescita che dia garanzie per lo sviluppo dell’intero Paese. Il nostro ruolo non è quello di repressori di imprenditori o di Comuni. Il nostro ruolo – ha chiarito la Prefetta – è quello di garantire la libertà di tutti ed è un modo difficile e non facile per una crescita sana. Non tutti gli imprenditori sono uguali, questo va detto, perché ci sono purtroppo anche quelli che strizzano l’occhiolino alla mafia. Economia pulita, economia legale e istituzioni dobbeno fare fronte comune e creare veramente un argine contro la deriva e la decrescita del territorio”.
Dopo l’intervento di Pippo Callipo, primo presidente di Confindustria, che ha ripercorso le tappe dell’associazione degli imprenditori vibonesi è stata la volta di Rocco Colacchio, presidente provinciale dell’associazione di categoria.
Il presidente Colacchio
“Le imprese vibonesi hanno affrontato decenni di sfide: crisi economiche, disastri naturali, difficoltà infrastrutturali e il peso di un contesto difficile, a volte paludoso e colmo di insidie che ne penalizzano l’attrattività e la propensione ad intraprendere. Nonostante ciò, hanno continuato a produrre, innovare e creare valore, trasformando le difficoltà in occasioni di crescita. Come sottolineato in vari documenti da noi prodotti in questi anni, il territorio – ha detto Rocco Colacchio – offre grandi opportunità: accanto alla vocazione naturale per il turismo cui accennavo prima, un patrimonio di beni culturali e archeologici unico, eccellenze produttive nei settori agroalimentare e metalmeccanico. Tuttavia, per sfruttare appieno queste risorse, è ancora necessario tanto lavoro, in particolare sul miglioramento delle infrastrutture materiali ed immateriali e della logistica a supporto del mondo imprenditoriale, un impegno che Confindustria sta portato avanti con determinazione”.
I valori della nostra comunità
“Confindustria ha sposato valori e principi che la hanno resa forte ed autonoma nel tempo
Dicendo chiaramente no ai compromessi con le zone grigie; no alle scorciatoie che minano la credibilità del sistema imprenditoriale sano; no alla tolleranza di tutto ciò che è contrario alla libertà d’impresa. Questi principi sono stati fondamentali per contrastare le criticità che affliggono il territorio per promuovere un modello di sviluppo etico e sostenibile. Ma, ovviamente, siamo anche una Confindustria che dice “si”: alla solidarietà tra imprese, sì alla creazione di reti di supporto e alla collaborazione; sì alla sostenibilità vera, che rispetta le tradizioni di un popolo laborioso e l’identità dei territori. Abbracciare questi valori – ha aggiunto il presidente degli imprenditori – ci ha permesso di costruire un dialogo sociale forte e inclusivo, prerequisito fondamentale per generare un percorso di miglioramento sano, duraturo, sostenibile. Innovazione e capitale umano: i pilastri del nostro futuro. Il territorio vibonese ha saputo sviluppare eccellenze tecnologiche e produttive. Grazie alla collaborazione con le Istituzioni locali, si stanno rafforzando le infrastrutture materiali come il sistema porto e le ferrovie, ma anche quelle immateriali come la formazione, la connettività, le competenze. In questo contesto l’investimento nel Capitale Umano è, e rimane, al centro della nostra visione. Abbiamo promosso e sostenuto la realizzazione di master, scuole di specializzazione e percorsi formativi superiori proprio per preparare i nostri giovani a diventare protagonisti dell’innovazione”.
“Abbiamo a cuore i nostri giovani – ha poi aggiunto il presidente di Confindustria Vibo – è vogliamo metterli nella condizione di poter avere la libertà di scegliere se rimanere o se andare, una libertà che non può e non deve essere un obbligo. Su questo tema auspichiamo che si arrivi presto alla creazione di un polo culturale e professionale autorevole. Un obiettivo strategico per trasformare il territorio in un centro di attrazione per talenti e investimenti”.
Il dibattito è poi proseguito con gli interventi degli assessori regionali Rosario Varì e Filippo Pietropaolo; il presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Agostinelli; Natale Mazzuca, vice presidente per le Politiche strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno; Aldo Ferrara, presidente Unidnustria Calabria; Sebastiano Caffo, presidente Consorzio nazionale Grappa e Matteo Zoppas, presidente dell’Istituto commercio estero. A fare gli onori di casa, ovviamente, il direttore della Scuola Allievi Agenti, Paquale Ciocca.