Dopo i licenziamenti l’Asp corre ai ripari, in atto trasferimenti di infermieri e oss

Disagi soprattutto nel reparto di Medicina generale dello Jazzolino, che sospende i ricoveri

Il licenziamento di alcuni infermieri e operatori socio santiari per via del mancato rinnovo dei contratti da parte dell’Asp di Vibo Valentia alla momentanea sospensione dei ricoveri nel reparto di Medicina generale. Un dato che se si dovesse perpetrare causerà non pochi disagi. Facendo scattare la mobilità selvaggia di personale da un reparto a un altro per provare a mettere una pezza alla carenza di personale.

Su questa spinosa vicenda è intervenuto il Nursing Up, sindaco più rappresentantivo all’Asp di Vibo Valentia; in una nota il segretario provinciale Giuseppe Gliozzi stigmatizza i comportanti dell’Azienda e della Regione. “Per fare chiarezza su ciò che sta accadendo bisogna spiegare l’antefatto.
È bene ricordare che gli infermieri e gli operatori socio sanitari “precari” dell’Asp di Vibo Valentia si trovano in questa condizione di precariato da più di tre anni, essendo stati reclutati dall’azienda durante la pandemia. Pertanto il termine “precario” assume – sottolinea – un significato quasi ironico alla luce del fatto che questi lavoratori si sono guadagnati sul campo un ruolo rilevante all’interno delle unità operative e dei servizi dell’Asp, avendo tamponato carenze ataviche di organico e avendo contribuito con la loro professionalità ed esperienza a garantire l’erogazione dei servizi sanitari essenziali alla popolazione della provincia di Vibo Valentia”.

Stabilizzazione fallita

“Gli stessi lavoratori precari, da circa due anni oramai, erano in attesa della procedura di stabilizzazione in quanto in possesso dei requisiti di legge che consistono in 18 mesi di anzianità di servizio di cui 6 espletati nel periodo della pandemia Covid-19. I nostri ex “eroi”, ad oggi, hanno superato ampiamente il requisito dei 18 mesi, avendone raggiunti più di 36. Ed ecco che la nostra Asp, è riuscita – evidenzia Gliozzi – ancora una volta a distinguersi in peggio anche dalle altre aziende sanitarie della regione Calabria. Infatti è rimasta l’unica a non aver completato le procedure di stabilizzazione di tutti i precari Covid”.

Personale in esubero

“La motivazione della mancata stabilizzazione è un fantomatico e surreale esubero di personale infermieristico ed operatori socio sanitari di addirittura 80 unità! L’esubero è stato decretato dal Dipartimento Salute della Regione Calabria in seguito ai dati (errati) trasmessi dall’Asp di Vibo Valentia. Ovviamente – chiarisce il segretario del Nursing Up – tratta di un madornale errore, in quanto anche un passante che si trovasse ad attraversare i corridoi degli Ospedali della nostra provincia si accorgerebbe dell’assurdità di tale affermazione, in quanto i reparti risultano costantemente in grande sofferenza per la cronica carenza di infermieri e operatori socio sanitari”.

Al danno la beffa

“Ebbene, oltre al danno la beffa. Non solo i precari non sono stati stabilizzati, ma, udite udite, sono stati mandati a casa avendo superato il limite massimo consentito dalla legge per i contratti a tempo determinato, cioè 36 mesi! Ma non finisce qua… Chi si occupa di gestire il personale dell’Asp, dovendo sopperire ai gravi disagi causati dal mancato rinnovo dei precari, disagi che certificano in pratica l’assenza di esuberi, ha pensato bene – sottolinea Gliozzi – di lanciarsi in un valzer di trasferimenti da un reparto all’altro, degli incolpevoli lavoratori superstiti. Infermieri e OSS si sono visti trattare come pedine su una scacchiera e non come persone e professionisti”.

“Tale attività definita “mobilità interna”, normata da leggi dello stato, da contratti nazionali e da regolamenti che ovviamente sono stati calpestati e violati più volte, può essere attivata solo dopo un’attenta valutazione e previa valida motivazione. Addirittura – sottolinea il Nursing Up – si è proceduto a trasferire a più di 30 Km di distanza dalla propria sede di lavoro, dipendenti che godono dei benefici di legge riservati ai familiari di soggetti affetti da disabilità gravi (Legge 104/92) allontanandoli dal domicilio delle persone che devono assistere per legge”.

Offesa e umiliata

“Una madre di tre figli minori e separata dal proprio coniuge il quale risiede lontano dai minori, si è vista allontanare dal luogo di residenza dei propri figli. Un infermiere è stato interessato addirittura da cinque procedure di trasferimento in un anno; fattispecie che potrebbe configurare il reato di mobbing. Ovviamene tutti questi casi sono stati posti all’attenzione dello studio legale del sindacato Nursing Up per i provvedimenti del caso. È superfluo sottolineare che tali trasferimenti non hanno fatto altro che causare disagi e ulteriori carenze di organico nelle unità operative da cui i lavoratori sono stati allontanati, scatenando la reazione e l’ira di primari e coordinatori che si sono trovati dall’oggi al domani con i turni scoperti e per giunta senza una motivazione valida e senza essere stati consultati preventivamente”.

Medicina generale in affanno

“A tal proposito, ci è stata segnalata la chiusura ai ricoveri in un reparto di Medicina Generale dell’Asp, proprio per l’assenza di personale di supporto assistenziale. Insomma, una storia infinita di inefficienza gestionale e di mancanza di programmazione. Il Nursing Up, sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale e primo sindacato nell’Asp di Vibo, si sta muovendo in ogni sede, anche giudiziaria, – conclude il segretario provinciale – per tutelare i diritti dei propri associati e, di concerto con tutte le altre sigle sindacali, per difendere i diritti di tutti gli altri lavoratori e dei cittadini-utenti che stanno subendo i disagi causati da una gestione scellerata del personale sanitario e sociosanitario”.

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