Dopo una latitanza di sei mesi e mezzo, Gaetano Emanuele, classe 1975, ritenuto dagli inquirenti il “reggente” della cosca in assenza del fratello Bruno, si è costituito alla Stazione dei carabinieri di Soriano, nel Vibonese. Lo riporta il “Corriere della Calabria”. Emanuele era sfuggito alla cattura durante l’operazione “Habanero” condotta dalla Dda di Catanzaro nel giugno 2024, che mirava a smantellare il locale di ’ndrangheta di Ariola.
L’operazione “Habanero” ha portato alla luce gravi accuse nei confronti di Emanuele, tra cui il coinvolgimento nella strage di Ariola del 25 ottobre 2003, in cui persero la vita Francesco e Giovanni Gallace e Stefano Barillaro. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Forastefano, che ha riferito di aver appreso da Angelo Maiolo il coinvolgimento diretto di Emanuele negli omicidi.
L’operazione “Habanero” ha portato alla luce gravi accuse nei confronti di Emanuele, tra cui il coinvolgimento nella strage di Ariola del 25 ottobre 2003, in cui persero la vita Francesco e Giovanni Gallace e Stefano Barillaro. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Forastefano, che ha riferito di aver appreso da Angelo Maiolo il coinvolgimento diretto di Emanuele negli omicidi.
Tuttavia, il 23 ottobre 2024, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gaetano Emanuele, accogliendo il ricorso presentato dai suoi legali. La Suprema Corte ha rilevato che le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non erano sufficientemente dirette a comprovare la responsabilità di Emanuele nei reati contestati.
Nonostante l’annullamento dell’ordinanza, Emanuele ha deciso di costituirsi, ponendo fine alla sua latitanza. Attualmente, la sua posizione giudiziaria è in fase di rivalutazione, in attesa delle determinazioni delle autorità competenti.