E’ muro contro muro. I camici bianchi dicono basta! I sanitari degli ospedali vibonesi sono decisi a passare alle maniere forti. Le loro rivendicazioni non sono state risolte neanche dalle organizzazioni sindacali. E per questo motivo una delegazione di circa quaranta medici si è rivolta ad un legale, l’avvocato Luigi Assisi, del Foro di Vibo Valentia. Hanno dato un mandato ben preciso: agire nei confronti dell’Azienda sanitaria provinciale per “inadempimento contrattuale e grave ritardo nel pagamento dell’indennità di risultato”.
Sindacato assente
Sindacato assente
“L’azienda è tenuta per normativa contrattuale – dicono – a corrispondere l’indennità di risultato ogni anno relativamente agli obiettivi raggiunti nell’anno precedente”.
I medici lamentano, oltre ai ritardi, la totale assenza da parte delle rappresentanze sindacali che come tali dovrebbero portare avanti le problematiche contrattuali. “Ci sentiamo abbandonati e presi in giro, i sindacati sono inesistenti – hanno commentano alcuni dei sanitari-. Soprattutto quando l’Asp ha pubblicato la delibera di pagamento dell’indennità di risultato per alcuni amministrativi e per i coordinatori del comparto, nonostante la lettera di diffida inviata a fine dicembre”.
Indennità ferma al 2019
“Il premio indennità di risultato è fermo al 2019” è stato chiarito. “In questi anni sono state riferite tante, troppe scuse (Oiv incompleto o assenza del presidente), ma queste problematiche non possono e non devono riguardare i medici senza il quale lavoro verrebbe a mancare l’assistenza alla popolazione e qualsiasi tipo di obiettivo prefissato dall’azienda”.
Il mancato pagamento dell’indennità di risultato è percepito come un segnale di scarsa considerazione per chi è in prima linea, a fronte di una crescente burocratizzazione della sanità che sembra premiare chi sta dietro le scrivanie. Questa disparità rischia di alimentare ulteriormente l’esodo dei medici dagli ospedali pubblici, in particolare da quelli del Vibonese, a cominciare dallo Jazzolino, lasciando il sistema sanitario in una situazione sempre più precaria.
Carichi di lavoro e aggressioni
“Siamo soggetti a carichi di lavoro estenuanti, a rischio di aggressione, svolgiamo il nostro lavoro con dedizione. Chiediamo soltanto – hanno sottolineato con rammarico – che vengano applicate le norme contrattuali”. Inoltre, hanno fatto sapere che “mancano pure gli incarichi professionali obbligatori per legge”.
Problemi fino ad oggi accantonati ma ora sembra che i nodi siano arrivati al pettine. “Se non ci sarà risposta e seguito alla lettera di diffida inviata, nei tempi stabiliti dal nostro avvocato, passeremo alle vie legali” e chiederanno la messa in mora per tutti gli anni non pagati. Mai come in questo momento serve un intervento immediato delle istituzioni per ristabilire l’equità e garantire che i medici ospedalieri ricevano il giusto riconoscimento, non solo morale ma anche economico, per il loro impegno imprescindibile.