Vibo Valentia, si allarga il disagio sociale. Decenni di mal governo hanno generato solo disastri

Sanità allo sbando, acqua non potabile, scuole con lavori infiniti, teatro chiuso, scala mobile dimenticata e rigenerazione urbana compromessa: uno schiaffo per tutta la città

Se qualcuno dovesse descrivere le condizioni in cui si trova Vibo Valentia, da dove inizierebbe? Potrebbe mai cominciare a dire che è una città di nobili e antiche tradizioni? Bella da visitare? Con uno sguardo sul mare? Luogo ideale per passare qualche settimana di relax nel periodo delle vacanze?

Non crediamo proprio. La delusione, l’amarezza dei cittadini sono tante e tali che chi ha governato questa città ha cancellato tutto, ha distrutto persino la memoria. Perché oggi la situazione in cui versa Vibo Valentia è l’emblema di un fallimento amministrativo e politico che si protrae da decenni, tra scelte sbagliate, progetti mal gestiti e un’incapacità ormai cronica di risolvere i problemi della comunità. Una classe politica che quando ha potuto ha badato solo agli interessi propri.

Non crediamo proprio. La delusione, l’amarezza dei cittadini sono tante e tali che chi ha governato questa città ha cancellato tutto, ha distrutto persino la memoria. Perché oggi la situazione in cui versa Vibo Valentia è l’emblema di un fallimento amministrativo e politico che si protrae da decenni, tra scelte sbagliate, progetti mal gestiti e un’incapacità ormai cronica di risolvere i problemi della comunità. Una classe politica che quando ha potuto ha badato solo agli interessi propri.

I giovani scappano

Lo spopolamento è il sintomo più evidente di questa crisi: i giovani se ne vanno perché qui non c’è futuro, non c’è lavoro, non c’è prospettiva. Le aree industriali, un tempo motore dell’economia locale, sono oggi scheletri vuoti, con poche attività superstiti che arrancano tra difficoltà e mancanza di investimenti.

L’acqua che arriva nelle case dei vibonesi, spesso non potabile, rappresenta il primo vero problema della città: sporca e maleodorante, mentre in estate arriva col contagocce e per lunghi periodi i rubinetti sono pure a secco. Le risposte definitive non ci sono state e tantomeno potranno mai esserci. Si arriva addirittura a polemizzare: quando c’eravamo noi questo problema si verificava solo in estate ora, invece, pure in inverno. Bella consolazione! E poi, la sanità. Il diritto alle cure e all’assistenza è seriamente compromesso. E quando si comincia a scherzare con la salute delle persone allora vuol dire che le speranze di rinascita si vanno assottigliando sempre di più.

Morta pure la speranza

L’amministrazione comunale progressista, che aveva annunciato una svolta definitiva rispetto a quella di centrodestra, ha ereditato una situazione difficile e l’impressione che si coglie, dopo otto mesi di attività, è un disorientamento generale. La difficoltà di reperire fondi non mette in condizioni di agire nell’immediato. Si toccano con mano problemi insoluti da anni che rischiano di fare colare a picco non solo l’amministrazione in carica, ma anche le ultime speranze dei vibonesi.

I 160 milioni della cosiddetta “rigenerazione urbana”, che avrebbero dovuto trasformare la città, si sono rivelati una colossale occasione sprecata: progetti sbagliati, lavori eseguiti male, cantieri fermi o lasciati a metà. Il nuovo teatro, che dovrebbe essere un punto di riferimento culturale, resta chiuso e le polemiche fanno il resto. Il Sistema Bibliotecario sembra quasi seppellito per sempre. L’idea di una viabilità moderna da incorniciare nelle due tangenziali, ingoiate dalle frane e cadute a pezzi prima della loro realizzazione, rappresentano per intero le scandalose amministrazioni del passato (e qui Comune e Provincia camminano insieme). La scia degli scandali non si è fermata a quegli anni. Altri ce ne sono stati, basti pensare al nuovo palazzo di Giustizia, nato vecchio e da mettere a norma prima ancora della sua inaugurazione. La scala mobile è rimasta solo il simbolo di un’idea di mobilità fallita; potrebbe essere smontata, o addirittura abbattuta, piuttosto che continuare a sperare di vederla un giorno in attività.

Teatro e scala mobile

E che dire delle principali scuole comunali? Chiuse da oltre tre anni per lavori di messa in sicurezza; ancora non si conoscono i tempi di riapertura e si continuano a pagare fitti su fitti in immobili privati, condannando le giovani generazioni a disagi infiniti. La viabilità cittadina è un caos quotidiano: i divieti di sosta vengono ignorati, la presenza dei vigili urbani è inesistente, le buche rendono le strade un percorso a ostacoli e i parcheggi selvaggi soffocano ogni spostamento. A tutto, ovviamente, ci sarebbe una risposta, un motivo per giustificare i ritardi o l’inefficienza. Ma, ormai, le parole non convincono più nessuno.

Gli amministratori parlano spesso di turismo; ben intenzionati, sicuramente. Ma su cosa dovrebbe basarsi? Il mare è spesso sporco, la depurazione presenta falle sempre più vistose anno dopo anno. La prossima stagione estiva sarà peggio di quella dello scorso anno. Nessuno ha mosso un dito per migliorare gli impianti. E qui le responsabilità regionali si sommano all’incapacità dei sindaci che governano i territori. Gli scarichi abusivi sono dove le inchieste degli anni precedenti li hanno lasciati. Se il mare è verde e con la schiuma galleggiante le responsabilità vengono addossate ai soli agricoltori che coltivano cipolla.

I veleni di Vibo Marina

Le aree industriali dismesse nel centro abitato di Vibo Marina e lungo il litorale avrebbero bisogno di bonifiche urgenti, ma restano abbandonate a sé stesse. Il territorio sconta decenni di incuria e abbandono. L’abusivismo degli anni Sessanta e Settanta ha lasciato cicatrici che difficilmente si troverà il coraggio di rimarginare. Il quartiere Pennello è scivolato nel dimenticatoio. La soluzione, evidentemente, è quella di non toccare nulla. Chi ha costruito la sua palazzina sulla sabbia e sulla proprietà demaniale potrà continuare a rimanere al suo posto. Il litorale sarà condannato a continuare ad esporre il segno distintivo dello sfregio ambientale e urbanistico.

E poi, il Porto di Vibo Marina, dalle potenzialità turistiche straordinarie, dominato dal deposito di carburanti di Meridionale Petroli, sotto sequestro recentemente per inquinamento; lo stabilimento blocca ogni possibilità di investimento nel settore turistico e ammorba l’aria che si respira fino a creare una flagranza unica tra brezze marine e puzza di carburanti. Una situazione tollerata per tantissimi anni che continua a bloccare il vero cambiamento del Porto e dell’intera area facendo morire sul nascere qualsiasi progetto: alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e altre attività ricreative in grado di calamitare il popolo dei vacanzieri.

Bonifica dimenticata

Il progetto di delocalizzazione non sembra venga affrontato con decisione, così come il cambiamento di tutto il litorale di Vibo Marina sul quale ancora insistono capannoni industriali dismessi; intere aree avvelenate in passato come quella della Basalti Bitumi (zona a ridosso della spiaggia) dove mai nessuno ha ritenuto metterci mano. Così come tutti ormai pensano di poter convivere con il monumento di ferro e cemento dell’Italcementi (chiuso da oltre vent’anni). Il territorio ha pagato per decenni un prezzo altissimo in cambio di qualche centinaio di posti di lavoro. Paesaggi incantevoli avvelenati e violentati da politiche scellerate.


Una guida di salute pubblica

Vibo Valentia, città nobile e di antiche tradizioni, sprofonda giorno per giorno, anno dopo anno. Incapace di uscire da una spirale di degrado, abbandono e inefficienza. Il cambio di passo non c’è. Il taglio netto con il passato non c’è stato. Serve una visione concreta e una gestione amministrativa capace e forte che solo un’amministrazione di salute pubblica probabilmente potrebbe offrire. Altrimenti, resteremo a guardare la nostra comunità morire lentamente, tra promesse mancate e occasioni perse.

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