Come avevo facilmente previsto Doris Lo Moro è la candidata del campo progressista, pardon, meglio dire campo largo, anzi larghissimo a Lamezia Terme. Ci sono praticamente tutti: si parte da mezzo Pd e si prosegue con la Sinistra passando da Italia Viva, attraverso Azione e arrivando al M5S e chiudendo con l’annuncio del commissario Pd, certo Giampá.
Non ci voleva la zingara
Non ci voleva la zingara
Non ci voleva la zingara ad indovinare l’esito dopo il ritiro chiesto ai due competitor più autorevoli. Però mentre Gianni Speranza ha accolto l’invito, Doris Lo Moro nemmeno l’ha considerato, rimanendo l’unica proposta autorevole in campo. Dopo il via libera del Pd romano e nazionale, Doris Lo Moro ha dichiarato che adesso si deve pensare alle liste e al programma.
Il mio suggerimento è di impegnarsi seriamente sulle liste, perché un conto sono i proclami dei vari segretari regionali e un conto è la debolezza che molti di queste forze registrano a Lamezia, a partire da Sinistra Italiana fino al M5S.
Per il programma di coalizione che la stessa Lo Moro afferma che bisogna ancora costruire, facessero loro. Il mio consiglio è per esempio di affidare ad Azione i rapporti istituzionali con la regione. Tanto lì il partito di De Nisi è pappa e ciccia con Roberto Occhiuto e la maggioranza di centro destra.
Un programma vale l’altro
Una domanda nasce spontanea, ma se il programma non c’è, su che base sono arrivati i consensi alla candidatura Lo Moro? Ora mentre per tanti partiti della vasta coalizione un programma vale l’altro, non si capisce come sia maturato il consenso di Anna Laura Orrico a nome del M5S. Questo rimane un mistero glorioso sia perché la stessa Orrico rivendicava il rinnovamento. Aveva paragonato la stessa Lo Moro a Sandro Principi, non posso pensare che non ci sono alternative anche ai “principi” di Lamezia Terme. Lei stessa aveva affermato:”E’ necessario fare una sintesi, il più presto possibile, per costruire su Lamezia Terme un progetto politico unitario che dia ai cittadini la voglia di andare a votare…”.
La coalizione
Tutto l’opposto di quanto sostiene il povero Giuseppe Conte a Roma, prima i programmi, poi la coalizione con movimenti e partiti trasparenti e coerenti, poi la scelta di una candidatura che dia il senso del rinnovamento. Tutto il contrario del percorso della Orrico, il programma non esiste, nella coalizione c’è di tutto di più, la Lo Moro sarà autorevole ma di certo non è il nuovo. Rappresenta nel bene e nel male quella classe politica che portò alla nascita e al successo del M5S. Si potrebbe dire che il M5S compra a scatola chiusa solo la Lo Moro.