La ‘ndrangheta in Emilia sotto scacco, 5 arresti e sequestri per oltre 300mila euro (foto)

L’indagine, denominata “Ten”, ha svelato un’organizzazione criminale dedita a estorsioni, truffe, ricettazione di beni rubati e frodi fiscali

Un duro colpo alla criminalità organizzata è stato inflitto dalle forze dell’ordine nella mattinata di oggi con una vasta operazione che ha portato all’arresto di cinque persone e all’esecuzione di diciannove perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Parma e Crotone. L’operazione, coordinata dalla Dda di Bologna, ha coinvolto la Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia, con il supporto della Squadra Mobile di Bologna e Crotone, il Servizio Centrale Operativo e la Guardia di Finanza reggiana.

L’indagine “Ten”

L’indagine “Ten”

L’operazione è il frutto di un’indagine complessa e articolata, denominata “Ten”, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Beatrice Ronchi, e ha portato alla luce le attività criminali di un sodalizio mafioso di stampo ‘ndranghetista attivo in Emilia-Romagna. Il gruppo criminale coinvolto nel blitz è quello della cosca Arabia, che operava principalmente nella provincia di Reggio Emilia ed era dedito a numerosi reati, tra cui estorsioni, truffe e ricettazione di beni provento di furti ai danni di ditte di autotrasporto.

Secondo gli investigatori, il capo del gruppo, già condannato in passato per associazione mafiosa, aveva creato una rete criminale ben radicata, capace di imporsi sul territorio con metodi violenti e intimidatori. L’organizzazione disponeva anche di armi, nascoste in luoghi sicuri grazie alla complicità dei membri della cosca. In una delle perquisizioni, la Polizia ha sequestrato un fucile nascosto in un gommone caricato su un camion, a insaputa del trasportatore.

Le frodi fiscali e il sequestro

Oltre ai reati tipicamente mafiosi, il gruppo criminale era coinvolto in un vasto giro di frode fiscale, scoperto grazie alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia. Gli indagati avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti per un valore complessivo di 1.802.930,93 euro, coinvolgendo almeno dodici società utilizzatrici del sistema fraudolento. Questo meccanismo ha fruttato al sodalizio criminale un guadagno illecito di 326.435,07 euro, cifra oggetto di sequestro preventivo disposto dal gip Alberto Ziroldi. Contestualmente al sequestro delle somme di denaro, le autorità hanno anche perquisito le sedi di sei società ritenute coinvolte nel sistema di frode.

Le misure cautelari

Le cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Tribunale di Bologna, su richiesta della Dda di Bologna, e hanno colpito membri di spicco della cosca Arabia. L’operazione ha richiesto un imponente spiegamento di forze, con l’intervento congiunto della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

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