“È arrivata al capolinea la vicenda relativa alla nomina del consulente del Sindaco oramai scelto per come si evince dagli organi di informazione nella figura di Gianpiero Menniti già addetto stampa di Romeo nel corso della campagna elettorale. La vicenda è grave dal punto di vista delle casse comunali, lascia attoniti per la tracotanza con la quale si è proceduto, incide sulla tenuta dei rapporti politici all’interno della maggioranza e richiama profili giuridici di massima rilevanza”. È quanto evidenzia Stefano Luciano, segretario provinciale dell’Udc.
“Sotto il profilo delle casse comunali certamente non floride – osserva ancora Luciano – siamo di fronte ad uno schiaffo all’intera cittadinanza che da un lato si ritrova una città con strade dissestate per assenza di fondi e dall’altro con le risorse finanziare derivanti dai tributi pagati dagli stessi cittadini al massimo delle aliquote che vengono impiegate per pagare consulenti che al contempo sono rappresentanti di forze politiche che hanno sostenuto il Sindaco in campagna elettorale. Con ciò, confermando le ragioni di chi ha sostenuto la necessità di Romeo di gratificare i suoi sostenitori indipendentemente da criteri selettivi”.
“Sotto il profilo delle casse comunali certamente non floride – osserva ancora Luciano – siamo di fronte ad uno schiaffo all’intera cittadinanza che da un lato si ritrova una città con strade dissestate per assenza di fondi e dall’altro con le risorse finanziare derivanti dai tributi pagati dagli stessi cittadini al massimo delle aliquote che vengono impiegate per pagare consulenti che al contempo sono rappresentanti di forze politiche che hanno sostenuto il Sindaco in campagna elettorale. Con ciò, confermando le ragioni di chi ha sostenuto la necessità di Romeo di gratificare i suoi sostenitori indipendentemente da criteri selettivi”.
L’umiliazione
“La vicenda inoltre merita di essere ripercorsa nei suoi aspetti essenziali perché evidenzia la tracotanza che umilia la vocazione pubblica delle istituzioni. Ed infatti, vi era stato un primo bando dai requisiti sospetti – dice il segretario dell’Udc – in quanto tradivano l’intento di attribuire l’incarico ad una persona ben specifica: due lauree, esperienza decennale come dirigente di azienda ed iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti; quest’ultimo requisito che tagliava fuori tutti i giornalisti iscritti all’albo dei professionisti palesandosi come una ingiustificata restrizione”.
Gli assessori del Pd
“Tale nomina inoltre ha fatto emergere la precarietà dei rapporti tra le forze che sostengono il Sindaco che si evince in modo chiaro dalla posizione adottata dal Pd che prende le distanze disertando la giunta con i propri assessori Soriano e Continanza. Inoltre per bocca del capogruppo dichiarano di non avere apprezzato quanto accaduto fermo restando che occorre interrogarsi se la posizione del Pd sarebbe stata analoga nel caso in cui il consulente scelto fosse stato gradito a tale partito. Sotto questo aspetto il Pd ha comunque preso una posizione mentre lascia perplessi la circostanza che i Cinque Stelle hanno acconsentito ad un’operazione che è in netta contraddizione con il loro credo politico fatto di slogan: ‘onestà, riduzione dei costi della politica’, che è il concentrato esattamente contrario rispetto all’oggetto del loro consenso alla scelta di Romeo. Il che conferma come gli slogan sono una cosa e la coerenza dei comportamenti un’altra. Sarà interessante capire se i due assessori Santoro e Miceli intenderanno assumere una posizione per spiegare al loro elettorato questa contraddizione rispetto ai dichiarati valori del partito oppure preferiranno nascondersi dietro il silenzio”.
Pessima immagine
Secondo il segretario dell’Udc “resta ancora da considerare l’immagine che ha dato di sé il consulente nominato: nei primi giorni di marzo si scagliava contro chi individuava nella sua persona il prescelto del sindaco definendoli ‘cagnacci rabbiosi’ escludendo qualunque suo interesse a ricoprire quel ruolo ed oggi invece è divenuto l’oggetto dello scandalo. Infine molto rilevante è l’aspetto prettamente giuridico dell’intera vicenda in quanto non può sfuggire ai tecnici del diritto che siamo di fronte ad un incarico pubblico retribuito con fondi pubblici in continuità con la medesima scelta che lo stesso sindaco, prima della proclamazione, aveva fatto in veste di privato per propri interessi e finalità”.
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