Da Rocco Tripodi riceviamo le riflessioni sulla nomina di Gianpiero Menniti a Capo di Gabinetto del sindaco Enzo Romeo.
“Leggo da diversi mesi velenose allusioni per eventuali incarichi del Comune di Vibo Valentia e mi sovviene un simpatico testo di C.M. Cipolla, Le leggi fondamentali della stupidità, dove la terza distingue gli esseri umani in sprovveduti, intelligenti, banditi e stupidi…Una creatura stupida (e il riferimento è a me e ad altri che come me lo avevano smascherato da tempo) ti perseguitera’ senza ragione etc.” E ancora aggiunge: “Non sono intervenuto perché aspettavo che qualcuno…(gli desse l’occasione di) ricorrere alla querela per calunnia”. E risponde ai ‘cani rognosi’: “Non sono in predicato per nessun incarico comunale”.
E tutta una serie di sbruffonate acide e spudorate sempre impreziosite da citazioni dotte tra cui una su De Gaulle che al suo collaboratore il quale, in prospettiva della oramai certa Quinta Repubblica, gli prospettava di fucilare tutti i ‘coglioni’, avrebbe risposto:”il suo programma è troppo ambizioso”.
“Leggo da diversi mesi velenose allusioni per eventuali incarichi del Comune di Vibo Valentia e mi sovviene un simpatico testo di C.M. Cipolla, Le leggi fondamentali della stupidità, dove la terza distingue gli esseri umani in sprovveduti, intelligenti, banditi e stupidi…Una creatura stupida (e il riferimento è a me e ad altri che come me lo avevano smascherato da tempo) ti perseguitera’ senza ragione etc.” E ancora aggiunge: “Non sono intervenuto perché aspettavo che qualcuno…(gli desse l’occasione di) ricorrere alla querela per calunnia”. E risponde ai ‘cani rognosi’: “Non sono in predicato per nessun incarico comunale”.
E tutta una serie di sbruffonate acide e spudorate sempre impreziosite da citazioni dotte tra cui una su De Gaulle che al suo collaboratore il quale, in prospettiva della oramai certa Quinta Repubblica, gli prospettava di fucilare tutti i ‘coglioni’, avrebbe risposto:”il suo programma è troppo ambizioso”.
È evidente che ad identificarsi nell’intrepido e saggio generale è lui. I nemici da fucilare saremmo stati noi oppositori (tantissimi appunto per essere tutti fucilati). E quante altre cialtronerie di cui si è sempre fatto vanto, tanto da guadagnare il livello di autosputtanamento (per i più sensibili autosperipateticamento).
E arriviamo a oggi. Leggiamo che il SindacoAggarbatuni nomina il suo Capogabinetto, che sarà pagato coi fondi di bilancio, nientepopodimenoche GianPiero Menniti.
Potrei chiuderla qui con il classico: “Ve lo avevo detto io”, ma come rinunciare a fare un commento?
Bisogna riconoscere all’Aggarbatuni un inaspettato coraggio, troppo dal mio punto di vista, se, come fidato e leale braccio destro, si va a scegliere un soggettone che si è mostrato capace, con la coerenza e la affidabilità, di imbrattare 10 piani di ‘morbidezza’.
fine 1parteseconda parte
Già lo vedo il capogabinetto, rigido, metallico e girevole sulla sommità del municipio che rassicura, col vento a favore, alla riunione di presentazione, i nuovi sottoposti con queste parole: “Signori, voglio, a scanso di equivoci, che teniate bene in mente che, per il migliore svolgimento del nostro compito, ho idee mie ben precise. Per cui, qualora non vi dovessero star bene, sappiate fin da ora che…ne ho altre!”.
Questo campione di schiettezza, a tutti coloro che anticipavano che nei fatti già da tempo esercitava il ruolo di fido e bellicoso campiere, riservava ingiurie e scostumatezze verbali: Idioti, falliti, personaggi del Circo Barm, cacciatori di notorietà ed altro ancora. Per cui ora dico allo scout del mio stesso Reparto, Enzo Romeo: come caspiterina ti viene in mente di affidarti, tra l’altro sconzan dotela con quegli altri sveltoni del Pd, ad un tale trasformista che, per attaccamento, devozione e servilismo, gli dà punti persino ad Arlecchino. Alle prime lusinghe di un Vito Pitaro o di uno Stefano Luciano, ti manda a passare il floating alla barca a vela. Non è più tempo di giocare con pantaloncini corti, camicie medagliate, coltellino svizzero d’ordinanza, a rubbafazzolettone, è tempo invece di ascoltare chi si fa portavoce dei bisogni degli altri e non dei propri. Cerca la collaborazione di chi ha sempre dato testimonianza di lealtà e passione civile e non farti abbindolare da chi scrive con empatico vanto che gli scopi si raggiungono, quando necessario, anche “sporcandosi le mani”. Acquista lucidità, se ne hai ancora tempo, e confronta il tuo progetto di governo, con le aspettative di quanti ti hanno votato. Quindi non con me.
Se ti suggerisce di fucilarci, rispondi, mi raccomando, come De Gaulle.
Rocco Tripodi