Il cuore della montagna, tra meraviglie naturali e ferite inflitte dall’incuria

Dall’Albero delle Fate alla desolazione dei sentieri abbandonati, un appello alla salvaguardia di un patrimonio unico minacciato dall’indifferenza e dall’incuria

Domenica 6 aprile, un gruppo di appassionati escursionisti ha intrapreso un viaggio che li ha condotti verso uno dei luoghi più suggestivi: l’Albero delle Fate. Una meta che non è solo un angolo di bellezza incontaminata, ma anche simbolo di un patrimonio naturalistico e paesaggistico che merita di essere tutelato e valorizzato. Le immagini scattate durante l’escursione parlano da sole, mostrando non solo la straordinaria biodiversità che caratterizza questo territorio, ma anche le cicatrici inflitte da un progressivo degrado che sembra non conoscere ostacoli.

L’Albero delle Fate

L’Albero delle Fate, un imponente abete bianco, è un segno tangibile della ricchezza ecologica della nostra montagna. Questo albero, che deve il suo nome alla leggenda che lo lega al mondo della fantasia, è anche una pianta rara, la cui presenza in queste terre è l’espressione di un equilibrio ecologico unico. Non è un caso che l’albero sia stato inserito nel Registro degli Alberi Monumentali d’Italia, per la sua straordinaria importanza. L’abete bianco rappresenta una specie che ha trovato nel nostro paesaggio il suo habitat naturale, contribuendo alla formazione di un ecosistema ricco di piante rare e alberi secolari

Storie dolorose

Ma, mentre l’Albero delle Fate racconta di un paesaggio che ha ispirato poeti e romanzieri di tutto il mondo, accanto a lui emergono storie ben più dolorose. Le immagini delle ferite infitte al nostro territorio raccontano di un degrado che non conosce più confini. La montagna, che dovrebbe essere un rifugio di tranquillità e bellezza, è ormai segnata da cicatrici indelebili: cemento che si impone con prepotenza attraverso le pale eoliche, rifiuti pericolosi che invadono la terra in discariche improvvisate, sentieri abbandonati all’incuria.

Denunce inascoltate 

Le denunce, più volte portate alla luce da chi ama davvero questo territorio, sono rimaste finora senza risposte concrete. “L’assenza di controlli e di interventi mirati sta contribuendo a un rapido deterioramento delle risorse naturali”, affermano gli attivisti ambientali, “con un impatto che rischia di compromettere irreversibilmente l’ecosistema”. È difficile non imbattersi in strutture invasive come le pale eoliche, alte e imponenti, che svettano sopra le chiome degli alberi, o in discariche a cielo aperto che accolgono rifiuti di ogni tipo, alcuni dei quali altamente tossici e pericolosi. “E tutto questo avviene nel cuore della montagna, nel silenzio totale delle istituzioni”, denunciano i membri dell’associazione Incrociamenti, “senza alcuna risposta adeguata da parte di chi dovrebbe occuparsi della tutela dell’ambiente”.

Abbandono dei sentieri

Un altro aspetto che desta preoccupazione è lo stato di abbandono in cui versano molti dei sentieri storici della nostra montagna. Sentieri come il Baden-Powell, il Colle del Monaco e Serra Badolato, che una volta erano percorsi da escursionisti di ogni parte del mondo, oggi sono spesso ridotti a un mosaico di disastri ambientali, difficili da percorrere e pericolosi. “Le segnalazioni fatte più volte da chi si impegna a preservare il nostro patrimonio non sono mai state ascoltate”, affermano i volontari dell’associazione.

“Non si tratta di allarmismi, ma di realtà concrete che chiunque può verificare. Noi, come associazione Incrociamenti, non siamo solo appassionati camminatori. Ci consideriamo custodi della montagna, e come tali, ci sentiamo in dovere di alzare la voce ogni volta che il nostro territorio viene danneggiato o ignorato. Non possiamo più girarci dall’altra parte”, dichiarano. L’appello è chiaro: è tempo di agire. Non solo da parte delle istituzioni competenti, ma anche da parte di tutti gli appassionati di trekking che amano la montagna e la natura”.

Cosa serve

Solo con una mobilitazione collettiva sarà possibile riportare alla luce la dignità di questo territorio, spesso dimenticato e trascurato. La montagna non è solo un luogo da visitare, è un patrimonio di tutti. “La sua tutela riguarda ciascuno di noi”, sottolineano i membri dell’associazione. “E per quanto possa sembrare difficile, ogni passo in questa direzione è un atto di responsabilità e amore verso la nostra terra”. L’invito è a condividere questa battaglia, per restituire alla montagna la sua bellezza e il suo splendore, e per garantire che le generazioni future possano ancora godere di questo angolo di paradiso.

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