Passano i giorni e lievita la preoccupazione dei gestori degli impianti balneari e ricettivi che, a questo punto, non sanno più a che santo votarsi. Sino ad oggi hanno aspettato e sperato che il Governo, prima, e la Regione, poi, prendessero una decisione sul da farsi. In realtà, non s’è mossa foglia ed è slittato anche il decreto indennizzi che Matteo Salvini aveva dato per sicuro entro fine marzo, ma che, stando alle posizioni rigide tenute da Bruxelles, potrebbe non vedere più la luce.
Litorale vibonese
Intanto, calma piatta su tutto il litorale tirrenico vibonese dove i Comuni faticano a trovare un qualche ‘codicillo’ a cui appigliarsi per uscire dal guado. Sino ad oggi, solo Pizzo sembra destinato a passare un’estate tranquilla. L’ufficio tecnico ha, infatti, avviato la proroga delle concessioni sino al 30 settembre del 2027 appellandosi alla legge 118/2022, potendo, però, contare sul fatto che ha già adottato il Piano spiaggia e la Regione potrebbe approvarlo in tempi breve, essendo l’iter concluso da tempo. Volendo, l’ente comunale napitino potrebbe anche provare ad avviare le gare per come previsto dalla legge 14.11.2024, n.166, ma, evidentemente, si preferisce non forzare la mano. Buio pesto, invece, per tutti gli altri Comuni, che, magari, confidano ancora sul fatto che possa essere il Governo a trovare qualche via d’uscita con l’Europa. Cosa alquanto improbabile. In sostanza, ad oggi, gli unici a parlare e, soprattutto, a sentenziare sono i vari Tar d’Italia e lo stesso Consiglio di Stato che continuano a respingere tutti i ricorsi presentati da strutture balneari contro il diniego della proroga delle concessioni da parte dei Comuni.
Nicotera in movimento
In difficoltà anche i titolari degli impianti ricettivi. Il tempo, infatti, stringe, i vacanzieri pressano con le prenotazioni, mentre i primi turisti, soprattutto stranieri, s’affacciano sulle nostre spiagge. Nessuno sa come comportarsi. Situazione alquanto delicata anche sul litorale nicoterese sul quale operano ben venti strutture balneari. L’unica speranza poggia sugli esiti di una riunione convocata, su richiesta degli imprenditori turistici, dall’assessore al Turismo Francesco Antonio La Malfa per il prossimo 15 aprile, alle ore 10 con l’intenzione di fare il punto della situazione. Il guaio è che, a parte Pizzo, nessun altro Comune della costa vibonese risulta in possesso di Piano spiaggia e questo sbarra la strada a qualsiasi tentativo di cercare possibili soluzioni. L’anno scorso s’era fatto ricorso all’art. 10 del codice della Navigazione rilasciando autorizzazioni temporanee nelle more dell’avvio delle procedure per la redazione del Piano spiaggia. Procedure che non sono partite con tutto quel che ne consegue.
Regione distratta
Responsabilità delle amministrazioni comunali, certo, ma non solo. Nei problemi che potrebbero insorgere da qui a poco, ha un suo ruolo importante anche la Regione le cui inadempienze si collegano con la mancata applicazione dell’art. 13, comma 3, della legge 17/2005. Lo stesso articolo stabiliva e stabilisce che, in caso di mancata adozione del Piano spiaggia da parte degli enti comunali, “la Giunta Regionale, previa diffida a provvedere nei successivi 30 giorni, si sostituisce al Comune attraverso la nomina di un Commissario ad acta i cui oneri graveranno sul bilancio dei Comuni inadempienti”. Dopo vent’anni tutto, o quasi tutto, è ancora sulla carta. L’auspicio è che qualcosa si muova ai livelli alti, diversamente i danni per il settore balneare potrebbero essere davvero seri.

Lega navale nell’incertezza
Futuro a tinte fosche anche per la sezione della Lega Navale di Nicotera finita, suo malgrado e nonostante l’impegno del presidente Biagio D’Ambrosio, nel pentolone dell’incertezza, al pari delle altre sezioni sparse sul litorale calabrese. I soci, nel corso di una recente assemblea, hanno dato al loro Presidente via libera per operare a tutto campo e con tutti i mezzi necessari a tutela dell’associazione. D’Ambrosio sta temporeggiando, ma alla sua richiesta di autorizzazione avanzata già da tempo, il Comune non ha ancora dato alcuna risposta. La Lega Navale, in sostanza, viene trattata alla stessa stregua delle altre strutture balneari. Scelta che sembra cozzare apertamente con quanto previsto dalla normativa vigente. La stessa direttiva europea 2006/123/CE, meglio nota come direttiva servizi Bolkestein, esclude, infatti, la Lega Navale – ente di diritto pubblico senza fini di lucro – dalle disposizioni dettate dall’art. 12 della stessa direttiva, che prevede, per tutti gli enti che operano a fini di lucro, procedure di selezione a evidenza pubblica. In sintonia con la Bolkestein anche la Regione. L’art. 16 della legge n.17/2005 riconosce alla Lega Navale un ruolo importante a livello sociale, culturale, ambientale, tutela del territorio e acque marine, invitando i Comuni ad assegnare alla stessa una zona del demanio marittimo nel Piano spiaggia. In altre parole, la Lega Navale dovrebbe essere autorizzata all’esercizio nautico senza difficoltà e senza timore di entrare in contrasto con la Bolkestein o con la Regione. A differenza delle strutture balneari, sarebbero, comunque, possibili anche altre soluzioni. L’importante è decidere. L’estate è alle porte.