“Assolto perché il fatto non sussiste”: con questa formula il giudice Brigida Cavasino ha chiuso il procedimento nei confronti di Remo Alessandria, 40 anni, originario di Maierato, finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e condotte violente nei confronti della compagna.
Il tribunale ha così accolto integralmente la linea difensiva sostenuta dall’avvocato Maria Teresa Battaglia, che ha smontato l’impianto accusatorio nel corso del dibattimento, evidenziando la carenza di elementi concreti a supporto delle contestazioni.
Le indagini erano state avviate nel marzo 2024, a seguito della denuncia della presunta vittima, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Pasquale Pacienza. Quest’ultimo aveva richiesto la condanna dell’imputato e una provvisionale per il danno morale lamentato.
Anche la pubblica accusa, rappresentata dal pm Antonella Nusdeo, aveva chiesto una condanna severa: quattro anni e tre mesi di reclusione. Ma per il giudice la ricostruzione accusatoria non regge: alla luce di un quadro probatorio giudicato lacunoso e contraddittorio, l’unica strada possibile è stata quella dell’assoluzione.