Dasà, anche quest’anno “A ‘Ncrinata catte bona!” (foto)

Nel centro del Vibonese la fede corre forte: ‘a ‘Ncrinata commuove ancora, tra antiche emozioni e piccoli miracoli di devozione

Nella storia tradizionale del cattolicesimo ci sono: Domenica di Pasqua e lunedì dell’Angelo (o di Pasquetta). A Dasà c’è anche, raro da trovare, il martedì di Galilea. O “Marti i Pasca”, che è il giorno in cui nel centro in questione, si svolge il tradizionale rito della “‘Ncrinata‘”. L’incontro tra la Madonna (che qui è della Consolazione) e il figlio risorto, con l’intercessione di San Giovanni Battista.

Anche quest’anno il rito della “’Ncrinata” “catte bona” (è riuscita bene). Caduta bene (nel senso che per fortuna non si è fatta male) è anche una componente della confraternita dell’immacolata che, correndo con un cero votivo in mano, è inciampata poco prima del clou dell’evento, precipitando rovinosamente a terra, proprio innanzi alla venerata Madonna. Per fortuna qualcuno dei presenti ha avuto la lucidità di intervenire e l’ha tirata fuori, evitando conseguenze per la malcapitata (che altrimenti sarebbe stata calpestata da tutti i fedeli in corsa) e per la stessa riuscita dell’iniziativa di fede, che non sarebbe andata come avrebbe dovuto. Una circostanza che si è verificata altre volte in passato e, miracolosamente, è sempre andata bene. In generale si è percepito un po’ di distacco in più rispetto agli anni passati. Ma è stata una percezione forse errata, poiché l’attimo dell’incontro è stato un’apoteosi come gli anni scorsi.

È quella che celebra la resurrezione di Dasà, eccezionalmente una festa mariana. Per l’immenso tripudio di fede e devozione che si dedica alla Madonna della Consolazione: un’icona di fede, ma è di più; una Madonna, ma è di più; è la madre di Cristo, che è risorto, e sarebbe per lui la festa, e lo è, ma è di più. È una “Matrona”, la “Consolazione” di Dasà, al cospetto della quale, almeno per quell’attimo, tutti i mali scompaiono. Lo si percepisce dal momento in cui esce dalla curva dietro la quale attende che San Giovanni vada ad avvisarla del figlio risorto. Quando ciò avviene è un tripudio, con tutta la gente presente che si immedesima in un urlo collettivo di gioia. L’evento è avvenuto: Maria si è incontrata con la propria “carne” che si è rigenerata e ha liberato l’umanità dai propri peccati. Il miracolo si è avverato e tutte le pene riposte nell’evento, per un momento almeno, si sono placate. E forse anche oltre.

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