Niente discorsi, niente fanfare, nessuna parata. Solo il silenzio, interrotto dall’Inno di Mameli e dal suono profondo del silenzio militare durante l’alza bandiera. Così Vibo Valentia ha scelto di celebrare il 25 Aprile, Festa della Liberazione, in un momento storico segnato da un dolore collettivo: la scomparsa di Papa Francesco, lutto che ha toccato il cuore del mondo cattolico e non solo.
Nel piazzale antistante il monumento ai Caduti, il cuore della cerimonia si è concentrato sulla deposizione della corona d’alloro, un gesto antico e sempre carico di significato. Presente il prefetto, le massime autorità civili e militari, una delegazione di sindaci provenienti da vari comuni del Vibonese, e una piccola ma sentita rappresentanza di cittadini.
Nessuno ha cercato il clamore. Nessuna retorica, nessuna bandiera di parte. Solo il tricolore, che si è alzato lentamente nel cielo vibonese, accompagnato da un vento lieve e da sguardi commossi. Una commemorazione modesta, ma autentica. Forse proprio per questo più profonda.