“Il caso Talarico? Non è mai esistito”: la replica del consigliere comunale dopo le accuse di incompatibilità

L’avvocato salda il debito e respinge ogni attacco: pagavo regolarmente, non ero moroso. Teatro della politica, fiera delle vanità

Con una nota che sa di resa dei conti, ma anche di riflessione personale, l’avvocato Marco Talarico, consigliere comunale a Vibo Valentia, torna per la seconda volta in un mese sulla questione della presunta incompatibilità con il suo ruolo istituzionale, legata – secondo alcuni – a una situazione debitoria con l’erario. E lo fa senza giri di parole: “Entro in medias res, senza ulteriori indugi”, scrive in un comunicato stampa diffuso nella giornata di oggi.

Nel mirino, alcune affermazioni apparse sui giornali locali e nei corridoi della politica cittadina, dove qualcuno aveva bollato Talarico come “moroso”. Un termine che, per l’avvocato, è del tutto fuori luogo. “Pendenza di un banale piano di rateizzazione concordato con l’Agenzia delle Entrate e Riscossione, puntualmente rispettato”, puntualizza. E rincara: “Chi sulla stampa mi ha definito “moroso” lo ha fatto con chiaro intento dispregiativo ed inesatto livore, sapendo di mentire”.

Talarico non ci sta. E rivendica trasparenza e correttezza sin dall’inizio. Il suo intervento durante il Consiglio Comunale del 30 aprile – afferma – era “doveroso nei confronti di tutti i colleghi consiglieri”, ma già allora aveva deciso di compiere un passo ulteriore. “Mai avuto in animo di fermarmi lì”, scrive. Così, il 7 maggio scorso, “senza squilli di tromba”, ha saldato in un’unica soluzione la posizione debitoria oggetto del dibattito. “Risolvendo di fatto e di diritto ogni presunta incompatibilità e togliendo così ogni ulteriore chance a chi avesse ancora voglia di fare leva su questa vicenda con stravaganti commenti”.

Un gesto concreto – come lui stesso lo definisce – che arriva “nonostante la fondatezza del quesito sottoposto al Ministero e un eventuale, plausibile esito favorevole”. Ma per Talarico non è questione di attendere risposte o pareri: è una questione di principio. “Non ho inteso nemmeno attendere il parere ministeriale richiesto… avevo scelto fin dall’inizio questa soluzione, ma ho deciso di esercitare la mia prerogativa fuori da ogni pressione esterna, a freddo, evitando il calderone della speculazione politica”.

Il riferimento è chiaro: alle polemiche che si sono susseguite nelle scorse settimane, con l’opposizione – ormai ridotta, dice Talarico, “alle sole consigliere comunali Nesci e Corrado” – che si sarebbe “strumentalmente infiammata”. Ma lui taglia corto: “Un caso che… non è mai esistito e sul quale si è fatto arte banale e schiamazzi scomposti”.

Nel comunicato c’è spazio anche per un ringraziamento pubblico al sindaco Enzo Romeo: “Saggio leader, grazie per le parole di fiducia e di sostegno espresse nei miei confronti nella massima assise cittadina”.

Poi, una confessione personale che dà una tinta più umana alla vicenda, quasi teatrale: “Confesso qui una mia debolezza: la voglia di mettermi, come lo spettatore a teatro, in ascolto, in visione, in lettura e assistere a tutte le elucubrazioni e narrazioni dal forte timbro creativo che sarebbero state poste sul palco di questa fiera delle vanità”.

Una “fiera delle vanità” che, secondo Talarico, continua a pesare su Vibo Valentia come “un appiccicoso velo oramai appesantito dal tempo che la nostra amata città non riesce a scrollarsi di dosso”.

Il finale è tranchant, affidato a un latinismo che suona come un avvertimento e, insieme, una chiusura definitiva della questione:

“Intelligenti pauca”.

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