Ricadi piange l’ennesima vittima sul lavoro, la Uila Calabria lancia l’allarme sicurezza

Nella giornata di ieri, un uomo ha perso la vita nelle campagne di Orsigliadi, in seguito al ribaltamento del trattore che stava guidando

Un altro nome si aggiunge alla lista, sempre troppo lunga, delle vittime del lavoro. È accaduto ieri pomeriggio, tra le campagne silenziose di Orsigliadi, dove un uomo ha perso la vita in seguito al ribaltamento del trattore su cui stava lavorando. La tragedia, l’ennesima in un settore che continua a pagare un prezzo altissimo in termini di sicurezza, ha colpito la comunità locale e ha spinto la Uila Calabria a lanciare un nuovo, accorato appello.

“Apprendiamo con grande dolore quanto accaduto”, ha dichiarato il segretario generale della Uila Calabria, Pasquale Barbalaco, attraverso una nota ufficiale diffusa nella serata di ieri. “Nel manifestare il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia Paoluci, continuiamo a ribadire che in questo settore serve più prevenzione, formazione ed informazione”.

Non è solo un richiamo formale. La morte nei campi, quella che arriva silenziosa tra gli ulivi e le zolle di terra, spesso è evitabile. “Gli infortuni mortali legati all’uso dei trattori in agricoltura sono ancora troppo frequenti”, ha aggiunto Barbalaco. “Molti di questi incidenti potrebbero essere evitati con l’adozione di misure di sicurezza più rigorose e l’uso di tecnologie preventive”.

Secondo la Uila, la risposta a questa emergenza non può essere lasciata al caso, né affidata alla sola responsabilità individuale. Serve un’azione collettiva. “Prevenzione, formazione adeguata e informazione sulle pratiche sicure sono essenziali per ridurre il numero di incidenti e salvaguardare la vita degli agricoltori e degli operai del settore agricolo”, ha proseguito il segretario.

Parole che si trasformano in un vero e proprio monito alle istituzioni e alle parti sociali. “Per noi salute e sicurezza sui posti di lavoro, in tutto il settore agroalimentare, rappresentano un impegno prioritario che dev’essere perseguito attraverso la contrattazione e la bilateralità, sia a livello nazionale che territoriale”.

Mentre a Orsigliadi si piange una vita spezzata, la speranza è che questo ennesimo lutto non resti solo una voce nei bollettini, ma diventi occasione per una svolta concreta. Perché morire lavorando la terra non può, non deve, essere considerato normale.

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