Ci sono storie che meritano di essere raccontate non solo per la straordinarietà dei fatti, ma per la forza umana che racchiudono. Una di queste arriva da San Pietro in Guarano, piccolo comune della provincia di Cosenza, dove il destino di un uomo si è intrecciato con il coraggio di un poliziotto, trasformando un pranzo qualunque in un vero miracolo.
Nicola Pellegrini, oggi 54 anni, originario della Calabria, ha deciso di raccontare la sua storia proprio in questi giorni, a ridosso della Festa della Repubblica. Una scelta non casuale: “Sono rinato il 25 maggio 2024 – scrive in una lettera aperta indirizzata alla stampa – grazie ad un angelo custode di nome Alessandro, poliziotto della Questura di Crotone”.
Quel giorno, Pellegrini si trovava in una struttura ricettiva, in compagnia di amici, quando il suo corpo ha iniziato a cedere. I sintomi sono arrivati all’improvviso, i sensi cominciavano ad abbandonarlo. Il panico avrebbe potuto prendere il sopravvento, ma in quel momento nel ristorante c’era anche Alessandro, un agente fuori servizio. Un uomo prima ancora che un poliziotto.
Accortosi della gravità della situazione, l’agente è immediatamente intervenuto: ha praticato il massaggio cardiaco e ha chiamato i soccorsi. Ma non si è fermato lì. È rimasto accanto a Nicola fino all’arrivo del 118, continuando a monitorarlo, parlando con i sanitari, aggiornandoli sulle sue condizioni. Poi è salito sull’ambulanza, seguendolo fino al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza, dove Nicola è arrivato in codice rosso.
“Dopo il mio arrivo – racconta l’uomo – i medici si sono complimentati con Alessandro. Il suo intervento è stato salvavita. Se sono vivo, lo devo a lui”.
Un anno dopo, le condizioni di salute di Pellegrini si sono stabilizzate, e con commozione ha voluto finalmente raccontare tutto pubblicamente, non solo per ringraziare il suo salvatore, ma anche per accendere i riflettori su un gesto che, pur compiuto lontano dai riflettori, merita di essere onorato.
Per questo ha scritto anche al Presidente della Repubblica e al Ministro dell’Interno, chiedendo che ad Alessandro venga concessa la medaglia al merito civile.
“In un momento in cui spesso si parla delle Forze dell’Ordine solo per critiche o polemiche – sottolinea Nicola – io voglio ricordare che dietro ogni divisa c’è una persona, pronta a mettere il proprio cuore e la propria vita al servizio degli altri. Alessandro non ha solo fatto il suo dovere: mi ha ridato la vita”.