Daspo Urbano a Lamezia Terme e Catanzaro: quattro provvedimenti per soggetti socialmente pericolosi

Divieto di accesso a locali pubblici per tre coinvolti in una rissa e un giovane arrestato per spaccio: prosegue l’attività della Polizia di Stato contro l’illegalità diffusa

Nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto alla criminalità, la Polizia di Stato ha notificato quattro provvedimenti D.A.C.UR. (Divieto di Accesso alle Aree Urbane), noti anche come “Daspo Willy”, nei confronti di altrettante persone considerate socialmente pericolose. Tali misure, disposte dal Questore di Catanzaro su proposta della Divisione Polizia Anticrimine, mirano a ridurre il rischio di recidiva e a tutelare la sicurezza pubblica.

Tre dei provvedimenti sono stati emessi nei confronti di uomini di 27, 63 e 64 anni, tutti residenti a Lamezia Terme e con precedenti penali e di polizia. I soggetti, lo scorso maggio, sono stati coinvolti in una violenta rissa in una via centrale e molto frequentata della città, durante la quale si sono colpiti con calci, pugni e insulti reciproci. Per questi fatti sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria dai Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme.

Il quarto provvedimento riguarda un 26enne di Catanzaro, anch’egli con precedenti per reati in materia di stupefacenti. L’uomo è stato recentemente arrestato in flagranza dai Carabinieri della Stazione Bellamena per detenzione ai fini di spaccio, durante un servizio di controllo del territorio. A suo carico figura anche una condanna definitiva e numerose segnalazioni da parte della Polizia e dei Carabinieri.

I D.A.C.UR., applicabili per un periodo di tre anni, prevedono il divieto di accesso a locali ed esercizi pubblici situati nelle vicinanze dei luoghi in cui sono stati commessi i reati. Il provvedimento prende il nome di “Daspo Willy” in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso nel 2020 a Colleferro per aver tentato di difendere un amico da un’aggressione.

Queste misure rappresentano uno strumento fondamentale nelle politiche di prevenzione della Polizia di Stato, contribuendo a contenere la pericolosità sociale di soggetti già noti alle forze dell’ordine e a rafforzare la sicurezza nelle aree urbane.

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