Emergenza sanità nel Vibonese. I sindaci questa volta hanno messo nero su bianco e predisposto un documento da inviare al commissario per la Sanità della Calabria, Roberto Occhiuto, e ai commissari dell’Asp di Vibo Valentia. Per la prima volta hanno messo da parte, non la politica e l’appartenenza perché i distinguo ci sono sempre, ma quantomeno hanno accantonato le polemiche. Quanto è bastato per riuscire a votare all’unanimità un documento, che altro non è che un sostanziale contributo a quelle che dovrebbero essere le necessità della sanità vibonese.
La mappa dei disservizi
E allora la disamina è stata a tutto campo perché nel rapporto emergono dati e proposte. Si parte fotografando lo stato delle cose, la distorsione della distribuzione delle risorse, la performance, il piano della prevenzione in ogni settore, la mobilità passiva, l’assenza totale di programmazione e le possibili soluzioni, E poi gli ospedali territoriali, la carenza di personale e le soluzioni immediate da intraprendere, le urgenze e tutte le proposte che arrivano dalle associazioni che fanno riferimento al Terzo settore.

Voto unanime e tavolo tecnico
La conferenza dei sindaci, presieduta da Salvatore Fortunato Giordano, sindaco di Mileto, ha poi accolto all’unanimità la proposta del consigliere regionale Michele Comito (capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale) di istituire un tavolo tecnico permanente che dovrà essere composto dai quattro consiglieri regionali del vibonese (Michele Comito, Francesco De Nisi, Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo) e dai sindaci del Comitato ristretto.
Nel corso degli interventi piuttosto dura l’analisi di Lo Schiavo e Mammoliti che hanno posto una serie di paletti oltre i quali non si può andare. “Il tempo ormai è scaduto – hanno sottolineato -. Il commissario Occhiuto ed i commissari dell’Asp di Vibo Valentia debbono rendersi conto che siamo di fronte ad un sistema che fa acqua da tutte le parti. Di questo passo il rischio che gli ospedali chiudano è reale”.
Decisioni immediate
Spetterà quindi al tavolo tecnico operare in maniera concreta e spingere sulla Regione e sull’Asp affinché vengano assunti provvedimenti immediati a cominciare dai servizi, dalla diagnostica, dalle liste d’attesa e dalla cronica carenza di personale. Senza perdere di vista l’organizzazione della medicina territoriale.