Abusivismo e demolizioni, si procede ma la macchina ha il freno a mano tirato

A Cassano l'amministrazione comunale ha annunciato di avere avviato le operazioni per abbattere l'immobile di un ex boss della Sibaritide

Si demolisce ma sempre con estrema difficoltà. La debolezza dei Comuni è palpabile. Ed è anche questo il motivo per cui quando le ruspe arrivano la notizia assume un certo clamore. Invece dovrebbe essere la regola. Ma motivi di opportunità e motivi spesso politici spingono molti amministratori a fare finta di nulla, a mettere da parte. In questi giorni  i riflettori sono puntati su due palazzine, a suo tempo confiscate all’ex boss della Sibaritide e del Pollino, Giuseppe Cirillo. Qui nasceranno ben 18 appartamenti di edilizia sociale che una volta realizzati saranno assegnati alle famiglie bisognose.

Sono partiti nei giorni scorsi, infatti, i lavori di demolizione e di ricostruzione (perché è stato verificato che il cemento utilizzato per costruirle era di pessima qualità) delle due ultime palazzine, ubicate a Sibari, a suo tempo confiscate all’ex boss che diede vita al “locale di Sibari”, Giuseppe Cirillo, e a acquisite al patrimonio del comune di Cassano. Cirillo, boss campano della Nco, arrivò a Sibari nella seconda metà degli anni ’70 e per più di un decennio dettò legge sull’intero comprensorio.

Sono partiti nei giorni scorsi, infatti, i lavori di demolizione e di ricostruzione (perché è stato verificato che il cemento utilizzato per costruirle era di pessima qualità) delle due ultime palazzine, ubicate a Sibari, a suo tempo confiscate all’ex boss che diede vita al “locale di Sibari”, Giuseppe Cirillo, e a acquisite al patrimonio del comune di Cassano. Cirillo, boss campano della Nco, arrivò a Sibari nella seconda metà degli anni ’70 e per più di un decennio dettò legge sull’intero comprensorio.

E per tornare alla scarsa volontà delle amministrazioni comunali di procedere alle demolizioni basta soffermarsi per un istante a quanto avviene a Vibo. Il sindaco ha detto che ci sono decine di pratiche pronte per essere evase, ovvero demolite, perché i fondi ci sono. Ma, purtroppo, le ruspe non partono. Probabilmente si aspetta la ormai imminente campagna elettorale.

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