Anche a Vibo Valentia la protesta dei dipendenti della giustizia: si chiede un piano per il personale

Il 30 giugno e il 1° luglio i lavoratori della giustizia terranno presidi davanti agli uffici giudiziari calabresi

Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi terranno lunedì 30 giugno e martedì 1° luglio sit-in nei pressi degli uffici giudiziari di Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza, Castrovillari, Reggio Calabria e Locri per sensibilizzare il ministero della Giustizia su problemi non più rinviabili. Dalla scopertura degli organici, alla mancata valorizzazione economica e professionale del personale, passando per i troppi contratti a tempo determinato e, non da ultimo, un contratto collettivo integrativo fermo al 2010. Queste e tante altre sono le “difficoltà che quotidianamente le lavoratrici e i lavoratori della giustizia sono costretti a subire, nonostante l’impegno profuso quotidianamente all’interno degli uffici giudiziari di tutta Italia”.

Piano occupazionale

A giudizio dei sindacati “è necessario un piano occupazionale che programmi la stabilizzazione di tutti i 12mila precari del Pnrr che hanno contribuito in questi anni all’ammodernamento del sistema giustizia, alla riduzione dell’arretrato, nonché all’innovazione digitale e amministrativa; così come vanno stabilizzati i precari part-time (circa 390) che stanno lavorando da più di 14 anni presso gli uffici giudiziari della Calabria. Allo stesso tempo è ormai ineludibile valorizzare il personale di ruolo che da anni lavora senza avere riconoscimenti a livello economico e senza nessuna prospettiva di crescita”.

Le richieste dei sindacati

I sindacati rivendicano la stabilizzazione di tutti i dipendenti a tempo determinato e la definizione di un nuovo accordo integrativo, tenuto conto che l’ultimo, ormai obsoleto, risale al 2010.

Le stesse organizzazioni precisano, inoltre, che “il Ccnl 2022/2024, non sottoscritto dalle scriventi, non ha dato risposte alla valorizzazione delle professionalità in mancanza del contratto integrativo da definire a valle del CCNL 2019/2021, con l’indicazione delle nuove famiglie professionali, l’attuazione dell’accordo del 26 aprile 2017 (21 quater) che prevede il riconoscimento della carriera per i 270 Operatori (ex ausiliari) nell’area degli assistenti, gli assistenti informatici, contabili e i cancellieri”.

I sindacati proseguono: “La stabilizzazione di sole 6000 unità del personale Pnrr al ministero della Giustizia, così come nelle intenzioni del Governo, penalizzerà le migliaia di lavoratrici e lavoratori che presto rimarrebbero disoccupate, non consentirà di colmare la significativa carenza di organico, che di per sé è già sofferente a causa dei pensionamenti, dei mancati investimenti che hanno prodotto negli anni l’innalzamento costante dei carichi di lavoro, la dilatazione dei tempi di risposta e di conseguenza una ricaduta negativa sul funzionamento della macchina amministrativa che compromette il diritto stesso alla giustizia dei cittadini”.

Il lavoro dei dipendenti

L’iniziativa sindacale è organizzata per le giornate del 30 giugno e 1 luglio, ovvero ad un anno esatto dalla scadenza del contratto di lavoro di queste lavoratrici e lavoratori (Funzionari UPP, Funzionari Tecnici e di Amministrazione, Ingegneri Edili, Contabili Senior, Contabili Junior e Data Entry). Per le organizzazioni sindacali “non si può non sottolineare che questi dipendenti hanno contribuito con il loro apporto fondamentale all’innovazione del sistema giustizia, alla sua velocizzazione come dimostrano i monitoraggi ministeriali e che è assurdo, se non paradossale, privare gli uffici giudiziari di una forza lavoro che ha dato respiro ai servizi in sottorganico da decenni”.

Con riguardo ai 390 lavoratori a tempo determinato e ai part time impegnati negli uffici giudiziari delle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, al fine di “promuovere la rinascita occupazionale nelle regioni del Sud comprese nell’obiettivo europeo ‘Convergenza, il Ministero Giustizia ha previsto una proroga con propri fondi e un contratto per 12 mesi con scadenza a marzo 2026, trattasi di poche centinaia di lavoratrici e lavoratori, che dopo 14 anni di tirocini e precariato meritano di essere stabilizzati”.

Per questi motivi, nelle date indicate, davanti agli uffici giudiziari della Calabria, e di tutta Italia, le lavoratrici e i lavoratori terranno assemblee e presidi per manifestare e rendere pubbliche le ragioni della loro protesta, a partire dalle necessarie garanzie e tutele occupazionali e di valorizzazione professionale e trovare il sostegno di tutti coloro i quali, dagli operatori del diritto al mondo delle associazioni e a tutti i cittadini, intendano sostenere la lotta per il diritto ad una giustizia più giusta.

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