Sbarco in Calabria, fermati due presunti scafisti iracheni: portavano 61 migranti dalla Turchia

Decisive le testimonianze dei migranti e l’analisi dei cellulari, dai quali sono emersi dati e app di navigazione utili a ricostruire il viaggio
scafisti

I poliziotti della Questura di Crotone e i militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone hanno sottoposto a fermo due presunti scafisti iracheni. Le indagini si sono protratte senza sosta sin dallo sbarco avvenuto in data 24 giugno 2025, quando sono stati scortati dalla Capitaneria di Porto sino al porto di Crotone 61 migranti. Questi, soccorsi da personale sanitario, sono stati immediatamente condotti dal personale della Questura di Crotone presso il Regional Hub di Isola Capo Rizzuto per le attività di identificazione.

L’articolata attività, condotta dal personale della Squadra Mobile della Questura di Crotone e dai finanzieri Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone, guidata dal procuratore Domenico Guarascio, volta all’identificazione dei soggetti responsabili dei trasferimenti dalla Turchia sino alle coste calabresi, mirava sia a ricostruire le fasi dell’iter utilizzato dagli scafisti in territorio estero, che le modalità di traversata e sbarco nelle coste italiane.

Le testimonianze

Fondamentali si sono rivelate le testimonianze di alcuni migranti che hanno fornito importanti elementi per addivenire all’identità degli scafisti, i quali avevano condotto l’imbarcazione durante il viaggio dalla Turchia. I primi dati investigativi raccolti sono stati suffragati dagli esiti dell’accurata analisi dei cellulari dei due scafisti dalla quale sono emersi ulteriori indizi circa il loro ruolo da conduttore dell’imbarcazione, atteso che su entrambi i cellulari erano presenti applicazioni per la navigazione e mappe nautiche. Pertanto, sulla base dei forti indizi di responsabilità, si è proceduto al fermo dei due scafisti, i quali sono stato associati presso la locale Casa Circondariale e posti a disposizione della Procura della Repubblica di Crotone. Le indagini sono in corso al fine di acquisire ulteriori elementi.

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