Dopo sette anni di attesa, arriva la sentenza del Tribunale di Lamezia Terme che riconosce il contenuto diffamatorio di un articolo pubblicato nel 2018 su La Repubblica. Il giudice ha condannato il Gruppo Editoriale GEDI, l’allora direttore e i giornalisti autori del pezzo, ritenendoli responsabili per le “gravi falsità diffuse” a carico del deputato calabrese della Lega, Domenico Furgiuele.
Il parlamentare, sempre proclamatosi estraneo ai fatti insinuati nell’articolo, ha commentato con una nota ufficiale la decisione del Tribunale: “La verità, alla fine, vince sempre. Il Tribunale di Lamezia Terme ha riconosciuto, dopo 7 lunghi anni, il contenuto diffamatorio dell’articolo pubblicato nel 2018 su La Repubblica, condannando il Gruppo Editoriale GEDI, l’allora direttore e i giornalisti del quotidiano, per le gravi falsità diffuse sul mio conto. Dopo anni di attesa, la mia totale estraneità ai fatti insinuati, che ho sempre rivendicato con forza, è stata asseverata. Eppure, in modo assurdo, c’è ancora oggi chi, come Roberto Saviano, dai microfoni di una trasmissione televisiva, rilancia lo stesso falso teorema che ha portato alla condanna per diffamazione nei miei confronti il quotidiano di piazza Indipendenza. In un momento storico in cui la delegittimazione politica passa anche attraverso la storpiatura mediatica, diffamando le persone, questa sentenza riafferma con forza il valore della verità. Ora, chiudiamo questa pagina”.
La vicenda risale al 2018, quando La Repubblica aveva pubblicato un articolo in cui si facevano “pesanti allusioni” nei confronti del deputato leghista. A seguito di un lungo iter giudiziario, il Tribunale ha riconosciuto la “natura lesiva” delle affermazioni contenute nel pezzo, dando ragione a Furgiuele, che da sempre ha respinto ogni accusa. La sentenza rappresenta, secondo il parlamentare, un “punto fermo non solo sul piano personale, ma anche rispetto alla più ampia questione dell’uso distorto dell’informazione a fini di delegittimazione politica”.