“Ho depositato un’interrogazione rivolta al Presidente della Giunta regionale, nonché Commissario ad acta per la sanità, per accendere i riflettori su una situazione inaccettabile che riguarda i cittadini più fragili della Calabria, in particolare le persone affette da SLA. È tempo che la Regione si assuma fino in fondo la responsabilità di garantire il diritto alla salute e all’assistenza per chi, ogni giorno, affronta una battaglia durissima contro malattie neurodegenerative devastanti”. Così Davide Tavernise, consigliere regionale e capogruppo del Movimento Cinque Stelle a Palazzo Campanella.
La coppia malata abbandonata
Il rappresentante pentastellato aggiunge: “Il caso della signora Radu Ionela Sabina, affetta da SLA, e di suo marito Sergio Carrozza, malato oncologico in stadio IV, entrambi residenti a Taurianova, è solo uno dei tanti esempi che documentano l’inerzia, la disorganizzazione e il silenzio assordante dell’Asp di Reggio Calabria, a cui non sono bastati mesi per completare le procedure relative al Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza. Nonostante l’inoltro regolare della domanda per l’annualità 2019, la graduatoria è stata pubblicata soltanto nel 2025 e i beneficiari non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione. Nessuna risposta nemmeno alle PEC, ai solleciti telefonici o agli atti formali inviati dal legale. Nel frattempo, la terapia logopedica, fondamentale per rallentare il decadimento delle capacità comunicative della signora Radu, è rimasta non autorizzata, così come risultano irregolari le forniture di farmaci essenziali come il Nicetile”.
Tavernise chiede che “si faccia piena luce sulla gestione del FNA da parte dell’Asp di Reggio Calabria e che si adottino misure immediate per assicurare trasparenza, regolarità e tempestività nell’erogazione delle risorse. Ma soprattutto, propongo che anche la Calabria – come già avviene in altre regioni, come in Toscana – si doti di un fondo regionale integrativo per i malati di SLA. Non è più tollerabile che i cittadini siano costretti a mendicare ciò che la Costituzione e le leggi già riconoscono come un diritto. Non possiamo più lasciare soli i malati e i loro familiari. Serve un cambio di passo netto, a partire da una presa d’atto politica e istituzionale della sofferenza che si consuma ogni giorno nel silenzio delle case dei calabresi non autosufficienti. È il momento di voltare pagina e mettere finalmente al centro la dignità umana”.