È arrivato oggi un verdetto destinato a riscrivere le carte: il Tribunale collegiale di Vibo ha praticamente smantellato l’intero impianto accusatorio legato a presunte estorsioni mafiose nei confronti di imprese coinvolte in appalti pubblici tra il 2009 e il 2022. Dei dieci imputati, nove sono stati assolti con formula piena, mentre l’unico condannato, Michele Manco, ha visto le accuse crollare su larga parte.
Assolti in 9
Assolti in 9
Il collegio difensivo può contare una vittoria storica: i giudici Barbara Borelli, Laerte Conti e Alessio Maccarrone hanno stabilito che, per la maggior parte dei reati contestati, “i fatti non sussistono” o “non sono stati commessi”. Un autentico smacco per la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che aveva dato corso all’inchiesta.
La condanna mitigata di Manco
Michele Manco è stato riconosciuto colpevole soltanto di una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso – relativa alla ditta Costruzioni Lucia Srl – e condannato a 6 anni e 3 mesi, ben al di sotto dei 21 anni richiesti dal pubblico ministero. L’aggravante del metodo mafioso è stata confermata ma non il reato associativo, e Manco ha ricevuto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e un ordine di risarcimento alle vittime.
Assoluzioni “eccellenti”
Il Tribunale ha completamente assolto figure di rilievo già nel mirino nel maxi-processo “Rinascita Scott”, tra cui Domenico “Mommo” Macrì, Francesco Antonio Pardea, Salvatore Morelli, Andrea Mantella e i fratelli Mantella, Vincenzo e Salvatore. Sono cadute anche le accuse di estorsione aggravata, minacce armate e incendi ai cantieri legati al Superbonus 110% e al nuovo ospedale di Vibo Valentia.