Per anni, a torto o a ragione, è stato un punto di riferimento culturale. Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, ideatore e anima del Festival “Leggere & Scrivere”, poi protagonista anche del programma e del voluminoso dossier che ha portato Vibo Valentia a diventare Capitale Italiana del Libro. Una figura centrale, autorevole. Eppure, quel castello, quel potere apparentemente granitico, si è sbriciolato come un biscotto: il Sistema Bibliotecario ha chiuso i battenti, travolto da un debito di circa un milione di euro.
Sistema sotto accusa
Sistema sotto accusa
Da lì, è iniziata una vicenda giudiziaria lunga e dolorosa. L’ex direttore, il suo “sistema” di gestione, è finito sott’inchiesta. Floriani ai domiciliari con l’accusa di peculato, insieme a tre dei suoi figli e alla responsabile pro tempore dell’Ente, Valentina Amaddeo. Per mesi il suo nome è stato associato spesso a delle iniziative culturali ma anche a dei sospetti. Pochi giorni fa, la svolta: il gup del Tribunale di Vibo Valentia lo ha prosciolto da ogni accusa, insieme a tutti gli altri indagati.
Rompe il silenzio
In questa intervista esclusiva nella nostra rubrica “Punto di Vista”, Gilberto Floriani parla per la prima volta dopo il silenzio. Racconta cosa è successo, come ha vissuto quegli anni, cosa pensa della politica locale e della gestione del patrimonio culturale vibonese. Rivendica il lavoro fatto, ammette gli errori del sistema, indica nella carenza di finanziamenti la vera scossa tellurica che ha fatto cadere tutto. Riflette sul significato di “servire la cultura” in un territorio difficile come il Vibonese. E soprattutto, guarda avanti. Senza vittimismo, ma con una consapevolezza nuova: che dietro ogni pagina difficile, può sempre nascondersi una storia da riscrivere.