“Ridateci il nostro mare”, sit-in nella zona industriale ex sir

Comitati, medici e cittadini denunciano l’inquinamento marino e l’assenza di politiche ambientali: “Vogliamo sapere in quali acque ci bagniamo”

Una banchina al centro della zona industriale, simbolo di abbandono e resistenza civile. È lì che questa mattina si è riunito un fronte compatto di cittadini, comitati e associazioni per lanciare un appello alle istituzioni: salvare il Golfo di Sant’Eufemia, uno dei tratti di costa più belli e delicati della Calabria, oggi al centro di una crisi ambientale che ha radici profonde e conseguenze visibili.

Il sit-in, promosso dal comitato Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia, ha voluto “sensibilizzare tutte le istituzioni competenti alla salvaguardia del mare e del Golfo”, ma anche denunciare decenni di scelte sbagliate, omissioni e silenzi. “La nostra manifestazione, che è stata organizzata unicamente da Uniti per il Golfo, tende oggi a manifestare il dissenso per una politica ambientale inesistente da almeno 15-20 anni e di più”, ha affermato con fermezza Anna Rosa, una delle promotrici dell’iniziativa.

Il sit-in, promosso dal comitato Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia, ha voluto “sensibilizzare tutte le istituzioni competenti alla salvaguardia del mare e del Golfo”, ma anche denunciare decenni di scelte sbagliate, omissioni e silenzi. “La nostra manifestazione, che è stata organizzata unicamente da Uniti per il Golfo, tende oggi a manifestare il dissenso per una politica ambientale inesistente da almeno 15-20 anni e di più”, ha affermato con fermezza Anna Rosa, una delle promotrici dell’iniziativa.

“Questo territorio è stato utilizzato solo come un bacino elettorale”

Le sue parole tracciano un atto d’accusa preciso: “Una politica che ha fatto sì che questo territorio, da Lamezia fino a Pizzo, fosse depauperato della sua bellezza, fosse flagellato, fosse utilizzato solo come un bacino elettorale. Tanto è vero che oggi, se ci saranno politici, non saranno invitati a parlare perché questa manifestazione è della società civile, della gente perbene che oggi chiede che sia restituita la dignità di un mare che ci appartiene, perché il mare non è solo il bagno al mare, il mare è salute, il mare è cibo buono, il mare è tutto ciò che serve alla nostra vita”.

Il Golfo, per chi lo vive, non è solo una risorsa turistica ma una parte fondamentale dell’identità collettiva. E l’attacco diretto è rivolto anche agli impianti di depurazione. “Qui abbiamo un depuratore regionale, gestito da privati, il quale scarica a mare, vada a vedere cosa c’è in quel canalone. Ci sono acque torbide, acque marroni, c’è schiuma e tutto questo ci arriva sulle nostre spiagge, dove le nostre acque sono diventate verdi, marroni. Siamo arrivati al nero, ci mancava il nero e quindi noi abbiamo il diritto di sapere in quali acque ci bagniamo”.

“Non possiamo più continuare  in questo modo”

Al sit-in ha partecipato anche Maria Grazia Petronio dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, che ha sottolineato l’importanza di dati scientifici per affrontare l’emergenza ambientale: “Abbiamo in Italia tutti gli strumenti, abbiamo la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che sta supportando molti distretti agricoli per un cambiamento verso l’agricoltura biologica. Non possiamo più continuare in questo modo”.

Petronio insiste sulla necessità di basarsi su evidenze concrete: “Intanto servono dei dati e capiamo qual è il contributo, perché qui il problema è multifattoriale ovviamente, non è uno solo. Non sappiamo qual è il contributo dell’agricoltura, magari è minimo, però si dovrebbe avere dei dati”.

Foci, fiumi, mare: l’analisi di Legambiente

Il tema delle analisi dei campioni d’acqua ha sollevato anche polemiche con alcuni sindaci, che hanno criticato i rilievi effettuati alla foce dei fiumi. A rispondere è stata Legambiente, attraverso la voce di un suo rappresentante presente al sit-in: “Sarebbe il caso di andare a fare i prelievi in alto mare dove i fiumi non sboccano, così siamo certi che potremmo fare il bagno. Andiamo con Goletta Verde in alto mare, facciamo i prelievi lì.  Sicuramente da lì bisognerebbe fare un lavoro altrettanto importante che è quello di risalire dalle foci dei fiumi per vedere dove sboccano e da quali siti arrivano le infiltrazioni che poi causano quello che stanno causando”.

“Il mare è salute, è vita. E oggi ha bisogno di difensori”

Il Golfo di Sant’Eufemia rappresenta un ecosistema complesso, ma anche una risorsa economica e culturale cruciale per la Calabria. Per questo i manifestanti chiedono con forza interventi urgenti: bonifiche, controlli, trasparenza, investimenti in depurazione e un cambio radicale nella gestione del territorio.

“Il mare non è solo turismo”, ha ricordato ancora una volta Anna Rosa. “Il mare è salute, è cibo, è tutto ciò che serve alla nostra vita”.

Il messaggio che parte da Lamezia è forte e chiaro: “Chi sa qualcosa, parli. E chi ha il dovere di agire, lo faccia subito”. Perché in gioco non c’è solo la qualità dell’acqua. Ma la dignità di una comunità che non vuole più nuotare nel silenzio.

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