Morti sul lavoro, la Cgil Calabria: dal governo solo silenzio. Fermiamo questa strage

Il segretario generale, Gianfranco Trotta, interviene dopo l’ennesima tragedia nel Cosentino: si introduca il reato di omicidio sul lavoro

“Di fronte ad un bollettino rosso emergenziale, di fronte ad una lunga catena di incidenti e morti sul lavoro e ad una statistica che ci dice che i numeri sono in aumento rispetto allo scorso anno e la Calabria è tra i territori che paga il pegno di sangue maggiore, la solidarietà e la vicinanza ai familiari delle vittime non basta più. Serve solo il ‘voler fare’ e da questo governo non stiamo vedendo nessun atto concreto per migliorare salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Il segretario generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta interviene sulla morte di un operaio di 61 anni nel Cosentino. “Sono tanti gli aspetti su cui si può incidere – chiarisce – ma il governo è completamente sordo e latitante. Già con il nostro referendum avevamo chiesto che nel caso di incidenti e morti sul lavoro la responsabilità fosse in capo al committente. Questo perché con il sistema degli appalti a cascata e non solo, la giustizia fa fatica a fare il suo corso e sono troppi i familiari che non hanno visto nessuno pagare per il lutto subito”.

Il segretario generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta interviene sulla morte di un operaio di 61 anni nel Cosentino. “Sono tanti gli aspetti su cui si può incidere – chiarisce – ma il governo è completamente sordo e latitante. Già con il nostro referendum avevamo chiesto che nel caso di incidenti e morti sul lavoro la responsabilità fosse in capo al committente. Questo perché con il sistema degli appalti a cascata e non solo, la giustizia fa fatica a fare il suo corso e sono troppi i familiari che non hanno visto nessuno pagare per il lutto subito”.

Più controlli

“Vanno incentivati i controlli – aggiunge Trotta – iniziando ad incidere sugli ispettori. In Calabria ci sono gravi carenze organiche nelle province di Vibo, Catanzaro e Crotone, così come diversi ispettori vengono dirottati su incarichi amministrativi per riempire scrivanie rimaste vuote. La Corte dei Conti ha bacchettato il nostro Paese evidenziando come l’Ispettorato del Lavoro faccia fatica ad assumere nuovo personale perché gli stipendi e le indennità degli ispettori non sono abbastanza attrattivi. Conseguenza anche di scelte contraddittorie, come quella di non riconoscere il salario accessorio ai dipendenti dell’Inl, a differenza di come avviene in altre agenzie statali. Il risultato sono concorsi con pochi candidati, vincitori che rinunciano per spostarsi in amministrazioni meglio remunerative e un turn over di fatto bloccato”.

Per Cgil c’è molto da fare anche in termini di un’adeguata formazione sulle dinamiche legate alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, sull’uso dei dispositivi di sicurezza e sulla crescita di un’adeguata cultura. “Determinante anche l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro – dice il segretario generale Trotta – per rendere più severe le pene e responsabilizzare le aziende. Va in questa direzione anche la nostra proposta di una patente a punti finalizzata ad agevolare negli appalti chi è riuscito a garantire la salute e la sicurezza sui posti di lavoro”.

“Al governo – conclude – chiediamo responsabilità e ascolto. Fermiamo questa strage silenziosa. Rendiamo il lavoro dignitoso e sicuro”.

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