La Procura di Paola ha disposto il sequestro del depuratore comunale di Fuscaldo a seguito di un’operazione congiunta che ha visto il coinvolgimento della Capitaneria di Porto, dei carabinieri di Fuscaldo e della polizia giudiziaria. L’intervento è scattato dopo i controlli effettuati dalla Regione Calabria su 16 impianti, da cui è emersa la grave situazione di Fuscaldo, l’unico a presentare criticità così evidenti.
I valori registrati allo scarico dell’impianto hanno superato i limiti consentiti in maniera evidente: in un caso, dove la soglia massima è fissata a 5mila, sono stati rilevati valori fino a 65mila. Una delle violazioni più gravi accertate è stata la scoperta di un foro nella conduttura che permetteva lo scarico diretto di liquami non depurati nel torrente Maddalena, e di conseguenza in mare.
I valori registrati allo scarico dell’impianto hanno superato i limiti consentiti in maniera evidente: in un caso, dove la soglia massima è fissata a 5mila, sono stati rilevati valori fino a 65mila. Una delle violazioni più gravi accertate è stata la scoperta di un foro nella conduttura che permetteva lo scarico diretto di liquami non depurati nel torrente Maddalena, e di conseguenza in mare.
L’operazione ha evidenziato altresì una serie di carenze tecniche che rendevano l’impianto praticamente inefficiente. Il depuratore era privo di un sistema di grigliatura, fondamentale per bloccare i detriti solidi, e anche il processo di disoleatura, che serve a separare oli e altre sostanze galleggianti, risultava inefficiente.
Queste carenze confermano le denunce dei residenti nelle vicinanze del torrente Maddalena, i quali da mesi lamentavano un odore “persistente e nauseabondo”.
La Procura ha nominato un custode giudiziario per garantire il funzionamento minimo dell’impianto durante il periodo di sequestro, al fine di contenere i disagi per la popolazione.