Con un video girato sul posto, all’indirizzo della Guardia Medica di Acquaro, il primo cittadino di Dasà, Raffaele Scaturchio, denuncia aspramente il non funzionamento della Guardia Medica di Acquaro, presidio di continuità assistenziale che, oltre ai pazienti del comune che lo ospita, serve anche quello amministrato da Scaturchio, Dasà.
Nessuna risposta
Nessuna risposta
Una situazione annosa, che dura da mesi ed è più volte stata denunciata dai cittadini senza ottenere alcuna risposta se non: “mancano i medici”. Stavolta la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un malore occorso a un’anziana degente presso la casa di riposo “Rosano”, di Dasà, ciò che ha indotto l’amministratore a recarsi personalmente alla sede del presidio, dopo aver più volte chiamato il numero di telefono di riferimento, suonando al citofono e accertandosi che presso la stessa non c’era nessuno (alle 23:30 circa del 15 agosto), come testimoniato altresì dall’assenza del cartello di visita domiciliare in corso e dalla luce spenta nello studio medico della struttura, ubicata in uno stabile di proprietà comunale.
Inaccettabile
Una circostanza inaccettabile, visto che i medici di famiglia non sono in servizio e l’ospedale (cui l’interessato si è rivolto successivamente) dista circa 30 chilometri. Una circostanza che ha indotto Scaturchio a realizzare già oggi (16 agosto) l’intento di rivolgersi alla terna commissariale dell’Asp, per sapere qual è il motivo della chiusura, visto che, almeno al comune di Dasà, non è stato comunicato nulla, chiedendo risposte certe per le due comunità e non alibi come sinora fatto. Speriamo risolva.
Considerazione
Ma una piccola riflessione è d’obbligo: la guardia medica non è una postazione privata che ognuno apre e chiude a proprio piacimento; è un servizio pubblico, a volte salvavita, in casi particolari. Un servizio pubblico è anche il rilascio/rinnovo/revisione delle patenti, bloccato da mesi perché nella commissione mancano due membri che non vengono nominati e l’utenza viene dirottata nelle altre province, anche distanti come Cosenza e Crotone (che dovrebbero spiegare, a Vibo, come ci arriva senza patente) mentre le altre più vicine o più agevolmente accessibili o non rispondono al telefono oppure rispondono di non essere competenti per Vibo. Considerando anche altri numerosi disservizi, una domanda sorge spontanea: ma per un simile sfacelo c’era bisogno di commissioni straordinarie, non bastavano i dirigenti normali?