Troppo chiasso nella notte e l’Associazione albergatori di Tropea (Asalt) prende decisamente posizione contro la movida che anima vicoli e strade del centro sino all’alba arrecando danni al turismo e agli ospiti delle strutture ricettive.
Tropea è bellezza
Tropea è bellezza
“Riteniamo fondamentale – sostiene il direttivo dell’Associazione – ribadire un principio chiaro: la nostra città non è e non deve diventare una discoteca a cielo aperto. Il fascino di Tropea si fonda sulla sua bellezza, sulla qualità dell’accoglienza e sulla possibilità per tutti – residenti e visitatori – di vivere un’esperienza serena, autentica e rispettosa”. L’Aslt riconosce che “l’intrattenimento musicale e le attività di svago fanno parte dell’offerta turistica”, ma sottolinea con forza che “devono svolgersi in contesti adeguati e strutture idonee, dove non si arrechi disturbo né agli abitanti, che hanno diritto al riposo, né ai turisti che scelgono Tropea per la sua atmosfera rilassata e per un’esperienza di qualità”.
Movida sì, ma con regole
Peraltro “il nostro dovere – sostengono gli albergatori tropeani – è garantire il sonno e il benessere dei nostri ospiti. Rumori e musica ad alto volume protratti fino a tarda notte compromettono la loro esperienza di soggiorno, generando insoddisfazione e danni d’immagine per l’intero comparto turistico. Siamo convinti che un turismo sano e sostenibile si costruisca con regole equilibrate, che tutelino tutte le categorie: chi lavora, chi vive a Tropea e chi la visita”.
Palla in mano ai commissari
In conclusione, l’Asalt chiede che “le attività di intrattenimento vengano organizzate in spazi idonei e con orari compatibili con il diritto al riposo, evitando di trasformare Tropea in un’area di svago notturno incontrollato. La città deve continuare a essere un’eccellenza dell’ospitalità italiana e internazionale, puntando sulla qualità, sul rispetto reciproco e su un modello di sviluppo turistico che guardi al futuro senza compromettere il presente”. Una ‘patata bollente’ che gli albergatori tropeani lasciano scivolare, con garbo, nelle mani dei commissari straordinari ai quali spetta, ora, il compito di valutare la fondatezza della richiesta ed, eventualmente, adottare gli opportuni accorgimenti.