In Calabria, la fase preliminare della campagna elettorale si trasforma già in un campo di battaglia. A dominare la scena non sono ancora i temi cruciali della regione (quelli purtroppo possono aspettare) ma le alleanze, i posizionamenti e le liste dei candidati. I partiti dell’area moderata tentano di riorganizzarsi in vista di un viaggio breve ma estenuante nel tritacarne elettorale. Superate le polemiche sull’incompatibilità del presidente Roberto Occhiuto, il centrodestra si prepara a definire il proprio schieramento, che potrebbe comprendere sette liste: quella del presidente, formata da sindaci e amministratori locali, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Forza Azzurri, Noi Moderati, Lega-Idm e Udc-Dc.
La sfida di Tridico
La sfida di Tridico
Speculare lo scenario nel campo progressista, dove Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e leader del centrosinistra, dovrebbe poter contare sulla lista del presidente, M5S, Pd e Dp, Patto riformista e Avs. A completare il quadro, la lista guidata da Francesco Toscano. Ma la variabile più esplosiva è Azione. Il movimento di Carlo Calenda, con la sua virata verso il “campo largo” che unisce sinistra, riformisti e parte dei moderati, ha aperto una frattura con l’area centrista storica. Le tensioni tra i vertici regionali di Azione, Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi, e il segretario calabrese di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, sono esplose nelle ultime ore, raggiungendo un punto di non ritorno.
Graziano e De Nisi
“La lingua batte dove il dente duole, e le parole di Cannizzaro testimoniano la centralità di Azione in Calabria nelle dinamiche elettorali. Siamo un partito stimato ed elettoralmente temuto, ma soprattutto indiscutibilmente determinante. I sondaggi più recenti ci danno al 6,8-7% nella regione, con una traiettoria in crescita che pare inarrestabile. Le adesioni convinte alle liste elettorali, di donne e uomini di valore, in tutte e tre le circoscrizioni sono la prova evidente di una forza politica che non si limita a esistere, ma che costruisce futuro”. Una dichiarazione che suona come l’inizio di una resa dei conti. E la campagna elettorale calabrese promette di diventare sempre più incandescente.