Ci sono le lacrime, il dolore, lo strazio dei familiari. C’è l’innocenza tradita. C’è una città intera sotto shock. Ma, accanto al lutto, ci sono anche i riflettori puntati su un’inchiesta della Procura della Repubblica che promette di fare chiarezza fino all’ultimo dettaglio.
Il gioco e la tragedia
Il gioco e la tragedia
Il piccolo Francesco Mirabelli, di quattro anni, è stato travolto da un palo staccatosi dalla struttura del percorso fitness del Parco urbano di Vibo Valentia. Un gesto improvviso che ha trasformato un pomeriggio di gioco in tragedia. Il bimbo, trasportato in condizioni disperate all’ospedale Jazzolino e poi al Bambino Gesù di Roma, non ce l’ha fatta. La sua morte cerebrale, da quanto si apprende non è stata ancora ufficializzata, il suo cuoricino da ancora qualche flebile segno. Attualmente il piccolo è in morte encefalica.
Omicidio colposo
Da oggi, nel suo ufficio, il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, è concentrato sul mettere a punto tutti i tasselli della vicenda. Il fascicolo aperto poco dopo mezzogiorno è per omicidio colposo e ha l’obiettivo di chiarire ogni responsabilità. “Stiamo acquisendo tutto”, ha dichiarato il procuratore, visibilmente scosso dall’accaduto. Al centro delle indagini ci sarà la relazione del consulente tecnico incaricato di effettuare una perizia sulla struttura di legno da cui si è staccato il palo. Occorrerà accertare se l’impianto fosse stato collaudato, se fosse stato consegnato formalmente al Comune e se l’area fosse effettivamente vietata ai bambini.

Lavori, collaudo e sicurezza
Molto probabilmente, infatti, la ditta che aveva installato gli impianti non aveva ancora ultimato la consegna ufficiale, e lo stesso percorso fitness potrebbe non essere stato collaudato. Questo apre scenari di responsabilità non solo per la ditta, ma anche per il progettista, sul direttore dei lavori e sul responsabile unico del procedimento. Eppure, il Parco urbano era accessibile a tutti, aumentando la gravità della vicenda.
Indagini della Squadra Mobile
La Squadra Mobile della Questura di Vibo Valentia lavora senza sosta, esaminando documenti, testimonianze e ogni elemento utile per ricostruire con precisione la dinamica del drammatico incidente. Tutto dovrà essere chiarito: dalla manutenzione della struttura alla vigilanza sull’area, fino alla sicurezza complessiva del parco pubblico.
Tanti gli interrogativi
La città segue con apprensione ogni aggiornamento. Il dolore è immenso, ma c’è anche una domanda che rimbomba nell’aria: perché un gioco, un luogo pensato per i bambini, abbia causato la morte di un innocente? La Procura di Vibo Valentia, tra lacrime e responsabilità, promette di rispondere a questa domanda, passo dopo passo, tassello dopo tassello.