L’isola di calore urbana è un fenomeno che comporta un surriscaldamento delle aree fino a 4- 5° rispetto alle zone periferiche o alle campagne sia in estate che in inverno.
Questo accade perché le città assorbono e, a causa della presenza di edifici, strade e altre infrastrutture, che sostituiscono la vegetazione naturale, arrivano a trattenere più calore rispetto alle zone rurali,
Questo accade perché le città assorbono e, a causa della presenza di edifici, strade e altre infrastrutture, che sostituiscono la vegetazione naturale, arrivano a trattenere più calore rispetto alle zone rurali,
Sarebbe necessario, affrontare il fenomeno, principalmente, a livello di pianificazione urbana, cioè dovrebbe essere obbligatorio lasciare il 25% delle aree non impermeabilizzate, per privilegiare la ventilazione naturale, la creazione di spazi verdi, l’orientamento strategico degli edifici e massimizzare l’ombra e minimizzare l’esposizione al sole. Ed in particolare, ombreggiare i percorsi, come nei decenni passati dove l’urbanistica si basava proprio sul principio che tutti i percorsi pedonali, portanti dalla periferia al Municipio, dovevano essere ombreggiati.
Oggi si tende ad affrontare la problematica nel suo complesso con i Piani Attuativi Comunali del Verde.
Le bombe d’acqua e le città spugna
Le “bombe d’acqua” sono eventi meteorologici estremi in cui una grande quantità di pioggia cade con un’intensità molto elevata rispetto a un normale temporale. È il fenomeno detto “flash flood”, è determinato dalle ondate di calore e dei lunghi periodi di siccità, tutto ciò è seguito da nubifragi e inondazioni. Colpa del cambiamento climatico in atto che dovremo imparare a fronteggiare e gestire.
Per mitigare le bombe d’acqua occorre creare la “città spugna“, ovvero adottare dei sistemi di drenaggio e assorbimento dell’acqua, di cui parleremo successivamente nel Piano del Verde.
Il piano del verde
I Piani comunali del verde sono strumenti di pianificazione urbanistica che promuovono lo sviluppo sostenibile delle città attraverso la valorizzazione degli spazi verdi. Tali Piani sono auspicati dalla C:E .con il nome di Piano del verde urbano da realizzare entro il 2030.
La normativa italiana si basa sulla Legge 10/2013 (“Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”), che costituisce il riferimento legislativo principale per la pianificazione del verde urbano in Italia, unitamente ai Criteri Ambientali Minimi – approvati con il D.M. 10/03/2020
Funzioni principali del piano del verde urbano:
– Sistema Informativo del Verde: Questo sistema raccoglie dati e informazioni sul verde urbano, fornendo una base conoscitiva per la pianificazione e la gestione, ogni albero deve essere conosciuto digitalmente.
– Miglioramento della qualità dell’aria: Le aree verdi contribuiscono a ridurre l’inquinamento atmosferico, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno.
– Regolazione del clima urbano: Il verde aiuta a mitigare le isole di calore, riducendo le temperature estive e migliorando il microclima urbano., molte città giungono persino ali tendaggi per coprire le strade.
– Gestione delle acque meteoriche: Il verde urbano contribuisce a ridurre il rischio di allagamenti, assorbendo e filtrando le acque piovane. Per far ciò occorre creare la città spugna, dove non si cementa tutto il territorio occupato, ma si lascia almeno il 25% per essere permeabile all’acqua, sia negli spazi pubblici e particolarmente in quelli privati.
– Riduzione dell’inquinamento acustico: Le aree verdi possono fungere da barriera acustica, riducendo il rumore nelle zone urbane.
– Promozione della biodiversità: Il verde urbano offre habitat per diverse specie di piante e animali, contribuendo alla conservazione della biodiversità.
– Miglioramento della qualità della vita: Le aree verdi offrono spazi per la ricreazione, il relax e le attività all’aperto, poste ciclabili alberate per eliminare molte auto circolanti, migliorando il benessere dei cittadini.
– Valorizzazione del paesaggio urbano: Il verde contribuisce a rendere le città più belle e accoglienti, migliorando l’aspetto estetico degli spazi urbani.
– Creazione di corridoi ecologici: questi corridoi collegano aree verdi diverse, favorendo la circolazione della fauna selvatica e la dispersione delle piante. I corridoi sono anche e soprattutto adatti alla percorrenza della città pedonale, il modo che i concetti chiave per lo sviluppo urbano sostenibile, sia conforme al modello di città per le necessità quotidiane (lavoro, servizi, svago) che dovrebbero sono raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bicicletta. Mentre la regola del 3-30-300 (3 alberi visibili da ogni finestra, il 30% di copertura arborea nel quartiere, e un parco a non più di 300 metri)
Attualmente, le città italiane che hanno realizzato tale piano sono una decina, ma è necessario che si diffonda in tutte le città anche le più piccole, quindi dovrebbe essere previsto dalle leggi urbanistiche regionali.