Latitante arrestato dai carabinieri a Lamezia, tradito da un posto a tavola

Ricercato per associazione mafiosa, estorsione e usura, si nascondeva in un vano del sottotetto. Dovrà scontare una pena di quasi nove anni

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme, a conclusione di rapide ed efficaci indagini, hanno arrestato G.V.T., 57enne lametino, a carico del quale era pendente un ordine di carcerazione emesso, a luglio 2025, dalla Procura Generale della Repubblica di Catanzaro, per un cumulo di pene conseguenti a diverse condanne pronunciate a suo carico anche per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione e usura.

Controllo e pedinamento

Controllo e pedinamento

I carabinieri, in forza del provvedimento restrittivo da eseguire, hanno avviato una minuziosa attività di analisi e monitoraggio delle abitudini dell’uomo, eseguita attraverso attività di indagine tradizionali, consistite in servizi di osservazione ed attività di controllo e pedinamento.
Il blitz, non a caso, è scattato di domenica, quando i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, dopo giorni di appostamenti, hanno ritenuto che il ricercato avesse raggiunto i propri familiari proprio nella sua abitazione di residenza, confidando nel giorno di festa. Di fatto, proprio nella tarda mattinata di domenica, i carabinieri avevano osservato che presso l’abitazione di residenza dell’uomo si erano radunati i suoi familiari.

Il blitz

In pochi minuti la decisione di intervenire. L’operazione è scattata fulminea. Una ventina di carabinieri, in pochissimi istanti, hanno dapprima cinturato il palazzo per scongiurare fughe da parte del ricercato. Immediatamente dopo, un’aliquota di militari ha fatto irruzione nell’immobile, interrompendo il pranzo al quale stavano partecipando i familiari del ricercato, unico assente all’atto dell’accesso nell’abitazione.

Ai carabinieri è bastato poco per comprendere che il ricercato in realtà fosse in casa e che si fosse nascosto per evitare la sua cattura. Tale convincimento, oltre che confermato dall’atteggiamento ostile dei familiari presenti, è risultato rafforzato da un semplice quanto importantissimo dettaglio che non è sfuggito agli investigatori dell’Arma: la tavola imbandita per il pranzo domenicale era apparecchiata per 7 persone, ma solo 6 erano i commensali attorno al tavolo. A quel punto, i carabinieri hanno ispezionato tutto l’immobile, stanza dopo stanza. Arrivati all’interno del sottotetto hanno avvertito il fiato corto di qualcuno nella stanza. È bastato raggiungere la parte meno illuminata e più bassa del locale. Spostato del materiale messo lì a mo’ di sbarramento, hanno scovato l’uomo, abilmente riparatosi in un nascondiglio di fortuna.

Il nascondiglio

Il ricercato era infatti rifugiato in un anfratto ricavato nell’angolo più angusto e buio del sottotetto, un vano ancora allo stato grezzo e difficilmente accessibile, nel quale, con materiali vari, era stata realizzata una barriera, dietro alla quale era stato approntato un giaciglio sul quale il 57enne si era sdraiato nel vano tentativo di sottrarsi alle ricerche. Lo stesso, vistosi ormai scoperto, è stato arrestato e non ha opposto resistenza. Per l’uomo si sono così aperte le porte del carcere, dove dovrà scontare la pena di 8 anni e nove mesi di reclusione.

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