Portosalvo, la puzza che toglie il respiro: da anni l’aria della zona industriale è un incubo quotidiano. Nessuno muove un dito

Esposti, denunce e segnalazioni a carabinieri, Prefettura, Asp, Igiene pubblica e Arpacal: tutto inutile. L’odore resta, e con esso l’indifferenza verso la salute di chi lavora e vive a Portosalvo

C’è un odore che racconta più di mille parole. Un tanfo acre, nauseabondo, che si insinua nelle narici e resta addosso anche dopo essere andati via. È l’odore che da anni accompagna le giornate nella zona industriale di Portosalvo, a Vibo Valentia. Un odore che non lascia scampo: entra negli uffici, nei capannoni, nelle auto di chi si ferma anche solo per un’ora di lavoro.

Azienda di pelli sott’accusa

Azienda di pelli sott’accusa

A generarlo – lo sanno tutti, anche se nessuno sembra volerlo dire troppo forte – è uno stabilimento che si occupa della lavorazione di pelli animali. Qui il pellame fresco viene conferito, trattato, lavorato. E con esso, insieme agli scarti e ai residui, si libera nell’aria una puzza insopportabile, costante, che trasforma il lavoro quotidiano in una tortura olfattiva.

Segnalazioni da dieci anni

“Segnaliamo questa gravissima situazione da un decennio, ma non è cambiato nulla”, raccontano alcuni imprenditori della zona, costretti a lavorare con le finestre sbarrate anche d’estate. E come loro, decine di artigiani, impiegati, autotrasportatori, operatori della Motorizzazione civile che ha sede solo a qualche centinaio di metri dall’azienda finita sott’accusa. Tutti sanno. Tutti subiscono. Nessuno li ascolta.

L’aria pulita è solo un privilegio

Non sono mancati esposti e denunce: negli anni sono stati informati Carabinieri, Prefettura, Asp, il Servizio di igiene pubblica, l’Arpacal e chiunque avrebbe dovuto mettere fine a questa vergogna. Il risultato? Il problema è rimasto esattamente dov’era. La puzza continua a soffocare la zona industriale, e con essa la fiducia di chi ancora crede che respirare aria pulita sia un diritto, non un privilegio.

Salute pubblica a rischio

In passato – raccontano – qualche sopralluogo è anche stato fatto, ma quasi sempre nei momenti “giusti”: quando l’odore non si sentiva. Un tempismo perfetto, che rasenta il paradosso. E così, anno dopo anno, Portosalvo va avanti. Si lavora con le finestre chiuse, si pranza respirando esalazioni, si aspetta che qualcuno – finalmente – si accorga che qui non si tratta di fastidio, ma di salute pubblica. Solo che, da queste parti, la salute dei lavoratori e dei residenti sembra non valere poi molto.

La difesa dell’ambiente

La verità è che l’ambiente, qui, non è solo trascurato: è ignorato. E mentre la puzza avanza e impregna tutto, l’unica cosa che davvero evapora è la dignità di un territorio costretto a respirare veleno.

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