Pizzo celebra il suo Re caduto: torna la grande Rievocazione storica dello sbarco di Gioacchino Murat

L’associazione Gioacchino Murat ETS, con la partecipazione del Comune di Pizzo, rievoca lo sbarco, l’arresto, la condanna e la fucilazione del Re di Napoli. Un fine settimana tra storia, memoria e orgoglio identitario

Duecentodieci anni dopo, Pizzo Calabro torna a vestire i panni della storia. Sabato 11 e domenica 12 ottobre, la città affacciata sul Tirreno rivivrà lo sbarco di Gioacchino Murat, Re di Napoli, generale di Napoleone Bonaparte e protagonista di uno degli episodi più intensi del primo Ottocento europeo. La Rievocazione storica dello sbarco, dell’arresto, del processo e della fucilazione del sovrano sarà al centro del weekend murattiano organizzato dall’Associazione Gioacchino Murat Ets, con la partecipazione del Comune di Pizzo, che questa sera ha presentato il programma di dettagliato di questa storia drammatica e gloriosa.

Il programma della rievocazione

Il programma della rievocazione

Il programma prevede, sabato pomeriggio, l’atteso Corteo storico, con la partecipazione di gruppi in costume  che attraverseranno il centro cittadino riportando in vita atmosfere e personaggi del 1815. La giornata di domenica 12 ottobre si aprirà alle 9:00 con il Mercatino storico dell’Ottocento in piazza della Repubblica, un tuffo nel passato tra artigiani, costumi e antichi mestieri. Alle 10:30, a Pizzo Marina, sarà inscenata la Rievocazione dello sbarco, seguita alle 12:00 dalla rappresentazione dell’arresto, del processo sommario e della fucilazione del Re Gioacchino Murat, proprio nella piazza che oggi ne porta la memoria e il nome.

Ricordare per capire

Durante la presentazione ufficiale degli eventi, lo studioso Domenico Sorace, componente e cofondatore dell’associazione, ha sottolineato il valore non solo commemorativo ma anche culturale e identitario della manifestazione. “Vogliamo ricordare – ha spiegato Sorace – un episodio importantissimo per Pizzo e per l’intera Calabria: la spedizione e il tentativo insurrezionale promosso da Gioacchino Murat, che, perso il Regno di Napoli dopo la sconfitta di Tolentino, tentò di riconquistarlo confidando nell’appoggio delle popolazioni locali e della massoneria meridionale, di cui era gran maestro”.

Il Re tradito dai suoi ufficiali

Il suo sogno di riscossa si infranse però proprio qui, a Pizzo, dove approdò dopo una serie di rovesci e tempeste che dirottarono la sua spedizione. Tradito dal destino e abbandonato da molti dei suoi antichi ufficiali, ora fedeli ai Borboni, Murat fu catturato quasi subito. La notizia della sua cattura, trasmessa telegraficamente a Napoli, segnò la fine dell’ultimo napoleonide ancora attivo in Europa. Da Napoli giunse l’ordine immediato: processo, condanna e fucilazione entro quindici minuti dalla sentenza. Era il 13 ottobre 1815.

Cinque giorni drammatici

“Noi – ha aggiunto Sorace – vogliamo ricostruire quei cinque giorni drammatici, dallo sbarco all’esecuzione. Furono giorni intensi, in cui Murat scrisse lettere accorate al re borbonico e ai rappresentanti consolari d’Inghilterra e d’Austria, tentando di salvare la propria vita. Tutto inutile: la condanna arrivò diretta da Napoli. Ma in quelle lettere e in quella dignità fino all’ultimo respiro, c’è la grandezza tragica di un uomo e di un’epoca”.

Gemellaggio culturale 

La manifestazione avrà anche un respiro internazionale. Ospite d’onore sarà una storica proveniente da Montpellier, che presenterà una rivista francese dedicata agli studi napoleonici, preludio a un gemellaggio culturale tra Pizzo e la Francia nel segno di Murat. Le celebrazioni si concluderanno alle 18:00 con una Santa Messa di suffragio nella chiesa di San Giorgio, dove riposa il corpo del Re.

Pizzo teatro di storia e identità

La rievocazione dello sbarco di Gioacchino Murat non è solo uno spettacolo, ma un atto di memoria collettiva. Ogni ottobre, Pizzo rinnova il legame profondo con la sua storia, ricordando l’uomo, il sovrano e il visionario che qui trovò la morte, ma anche l’immortalità. Un appuntamento che unisce storia, teatro e passione civile, riportando tra le stradine del borgo e il mare di Pizzo l’eco lontana dei colpi di fucile che chiusero un’epoca e aprirono una

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