Stangata della Corte dei conti: condannati gli amministratori di Progetto Ecologia

Danno erariale da 740 mila euro ai fondi Por Calabria: per i giudici contabili l’azienda di Cirò Marina avrebbe indebitamente percepito contributi pubblici tra il 2014 e il 2016

Una vera e propria stangata arriva dalla Corte dei conti della Calabria nei confronti degli amministratori della società Progetto Ecologia di Cirò Marina, operante nel settore della raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi. I giudici della sezione giurisdizionale hanno infatti condannato Alessandro Albano, Rosanna Lionetti e Antonio Lionetti – rispettivamente rappresentanti legali e gestori dell’impresa – a risarcire la Regione Calabria per un importo complessivo di 740 mila euro.

Somme percepite illegalmente

Somme percepite illegalmente

Secondo la sentenza, i tre avrebbero causato un danno erariale alla Regione per aver percepito indebitamente finanziamenti a valere sui fondi Por Calabria 2007-2013, incassati tra il 2014 e il 2016. L’inchiesta, sfociata nel processo di responsabilità amministrativa, era partita da una segnalazione della Guardia di finanza di Crotone, che aveva riscontrato presunte irregolarità nella gestione del contributo pubblico ottenuto da Progetto Ecologia. Per la Procura contabile, le risorse regionali sarebbero state utilizzate per saldare lavori affidati ad altre due imprese, la Enears e la Edilword, ma i lavori risultavano eseguiti solo parzialmente.

Mancata registrazione delle fatture

Un ulteriore elemento emerso nel corso delle indagini riguarda la mancata registrazione delle fatture emesse dalle due società nei confronti di Progetto Ecologia. Una circostanza che, per la Corte, ha contribuito a confermare il carattere fittizio di parte delle operazioni economiche rendicontate ai fini del finanziamento pubblico. La decisione dei giudici contabili segna dunque un punto fermo in una vicenda che intreccia fondi europei, appalti e controlli sulle spese pubbliche, riportando al centro dell’attenzione la necessità – più volte richiamata anche dalla stessa Corte dei conti – di un uso trasparente e verificabile delle risorse destinate allo sviluppo regionale. (foto web)

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