Dinami potrebbe trovarsi ancora una volta senza medico di base. A generare forte preoccupazione tra i residenti è la notizia, ormai circolata con insistenza tra i pazienti, secondo cui la dottoressa Cristina Zurzolo, in servizio nel piccolo centro dell’entroterra vibonese dal marzo 2023, avrebbe ottenuto il trasferimento in un comune del reggino, più vicino alla propria residenza. Se confermata, la sede di Dinami resterebbe scoperta a partire dalla fine di ottobre.
Preoccupazione giustificata
Preoccupazione giustificata
Il timore è giustificato: già in passato la comunità ha vissuto lunghi periodi senza medico di medicina generale. E anche stavolta le alternative non sono semplici. Sebbene nell’ambito sanitario di riferimento — che comprende anche Acquaro, Arena e Dasà — operino altri tre medici, due di essi hanno già raggiunto il massimale di pazienti previsto per legge. L’unico che continua a garantire una certa presenza a Dinami è il dottor Giacobbe Bartone, titolare di uno studio anche ad Acquaro. Ma non basta. I medici restanti prestano servizio ad Arena e Acquaro, due località che distano anche oltre 10 chilometri. Per molti pazienti anziani, spesso senza mezzi propri e in assenza di un sistema di trasporti pubblici efficiente, anche questa diventa una barriera.
Un altro medico
La popolazione dell’intero ambito sanitario conta 5.146 abitanti (dati Istat, escludendo l’età pediatrica), numero che giustificherebbe pienamente la nomina di un ulteriore medico di base (uno ogni mille abitanti, con frazione superiore a 500). Tuttavia, la procedura per l’assegnazione di una nuova sede richiede tempi lunghi, come dimostrano i precedenti: la nomina della stessa Zurzolo, che aveva fatto seguito al pensionamento contemporaneo di due medici, è arrivata oltre un anno dopo l’inizio della scopertura.
Una tempistica che oggi, con una popolazione perlopiù anziana e bisognosa di cure continue, non è più sostenibile. Per questo, dal territorio parte un appello diretto all’Asp di Vibo Valentia: “Si acceleri il procedimento per la nomina di un nuovo medico e si valuti, nel frattempo, la possibilità di affidare l’incarico a un sostituto provvisorio”. Una richiesta che nasce da un’esigenza concreta: garantire continuità all’assistenza sanitaria di base, che per tanti cittadini resta l’unico presidio quotidiano di cura e prevenzione.