Sanità a Vibo, tra fondi spariti e cantieri a rilento: i cittadini restano senza risposte

Lo Jazzolino attende una ristrutturazione da 25 milioni mai avviata, mentre il nuovo ospedale accumula ritardi. Sergio Barbuto (Liberamente Progressisti – Sinistra Italiana): mettere fine a questa inefficienza

Il tema sanità, in Calabria, è sempre stato smisuratamente spinoso. È una questione che, puntualmente, innesca il riconoscimento — non tanto velato — del fallimento che si perpetra da anni da parte di chi amministra la Regione. Le azioni che si susseguono, infatti, “vanno in direzione opposta rispetto alle esigenze dei cittadini fruitori”. Un problema cronico che, come sottolinea il capogruppo di Liberamente Progressisti – Sinistra Italiana al Comune di Vibo, Sergio Barbuto, “probabilmente non focalizza la giusta attenzione sulle reali priorità”. E le priorità, nella città di Vibo, sono due: “La riqualificazione e ristrutturazione dell’ospedale Jazzolino e la realizzazione del nuovo nosocomio”. Due grandi opere, ma anche due incognite che restano sospese per motivi diversi.

Il finanziamento per lo Jazzolino

Il finanziamento per lo Jazzolino

Da un lato c’è lo Jazzolino, per il quale “doveva esserci un finanziamento di 25 milioni di euro per ristrutturare l’intero corpo di fabbrica”, come previsto dagli step originari e “palesati dal commissario dell’Asp vibonese”. Un progetto ambizioso, che comprendeva anche “un piano di gestione a comparti dei diversi reparti”. Tuttavia, denuncia Barbuto, “di tutto questo non si è visto nulla: nessuna chiara risposta, nessun cantiere consegnato”. Il finanziamento, che avrebbe dovuto dare nuova vita alla struttura, sembra essersi dissolto nel nulla. “Non si capisce dove sia finito, viste le ipotetiche scadenze alle quali era sottoposto”, osserva il capogruppo, chiedendo maggiore chiarezza e responsabilità da parte delle istituzioni.

(immagini di repertorio)

Il nuovo ospedale

L’altra questione, altrettanto urgente, riguarda il nuovo ospedale di Vibo Valentia. Qui, a differenza dello Jazzolino, “un cantiere in fermento si vede: maestranze operative e mezzi che si succedono continuamente”. Eppure, anche in questo caso, i problemi non mancano. “Non si sono già rispettate le tempistiche”, spiega Barbuto, ricordando che “la conclusione dei lavori era prevista per i primi mesi del 2026”. Oggi, però, “si parla di uno slittamento con consegna dei lavori il 21 maggio 2028 e termine a luglio 2028”. Un ritardo notevole, che compromette ulteriormente la fiducia dei cittadini in un sistema che dovrebbe tutelarli.

Rete territoriale debole e lavori fermi al 14%

Secondo quanto chiarisce la Corte dei Conti, “non si è rafforzata la rete territoriale e il completamento del nuovo ospedale (oggi solo al 14%) ha subìto troppe revisioni”. Revisioni dovute “presumibilmente anche ad errori progettuali iniziali che ne hanno alterato il quadro economico originario”. Un quadro che conferma la sensazione di smarrimento e inadeguatezza: la sanità vibonese continua a muoversi tra rinvii, correzioni di rotta e silenzi istituzionali.

Una sanità che costa cara

A peggiorare il quadro, c’è la migrazione sanitaria verso altre regioni, che rappresenta una delle piaghe più dolorose della Calabria. “Abbiamo un buco di finanza pari a 307 milioni l’anno alla sanità calabrese”, afferma Barbuto. Una cifra enorme, “che costringe molti pazienti ad espletare le cure in altre strutture più adeguate, non carenti come in Calabria e nello specifico a Vibo Valentia”. E intanto, le strutture esistenti “continuano a mancare di manutenzioni periodiche e costanti”, un elemento che peggiora la qualità dei servizi e amplifica il disagio di medici, infermieri e pazienti.

Uscire dalla palude

“Non è possibile mantenere questo stato di incertezza sul tema della sanità, centralità politica di ogni amministrazione e punto focale dell’interesse di tutti”, sottolinea Barbuto. “Soprattutto di coloro che non la vedono come ambito di certezza e rassicurazione”. Le parole del capogruppo risuonano come un appello: “Usciamo dalla palude di una sanità vibonese inesistente ed inefficace. Solo guardando ed intervenendo nel modo giusto, si può fare del proprio territorio un’eccellenza”.

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