C’è una Calabria che si riscopre camminando. Non quella delle aule chiuse, dei libri illustrati o dei tablet di ultima generazione, ma quella che si apre come un paesaggio vivo, fatto di voci e di memorie. È la Calabria attraversata dagli studenti e dai docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Morelli-Colao” di Vibo Valentia, protagonisti di un’esperienza che ha unito la lezione al viaggio, la conoscenza alla scoperta. Nell’ambito del bando regionale “Vivi e scopri la Calabria”, il progetto “Paesi e Paesaggi vista Crati: Classicità, Abitare medievale, Parchi naturali e letterari” ha trasformato il territorio del Pollino e le sponde del fiume Crati in un’aula a cielo aperto. Un’esperienza gratuita e innovativa, resa possibile grazie al sostegno della Regione Calabria e alla visione del dirigente scolastico Raffaele Suppa, da sempre attento alla dimensione educativa del paesaggio.
Un viaggio formativo e sensoriale
Un viaggio formativo e sensoriale
Sotto la guida del prof. Rosario Chimirri, docente di Storia dell’Architettura all’Università della Calabria, e con la collaborazione dei docenti Salvatore Delapa, Stefania Colacino, Maria Grazia Colloca, Domenica Greco, Bianca Cimato e Graziella Profiti, gli studenti hanno attraversato luoghi e storie, antiche pietre e nuove idee. Il progetto si è articolato in tre fasi distribuite su due settimane, dal 13 al 24 ottobre: lezioni e seminari dedicati all’architettura, all’urbanistica, alla museografia e alle tecniche costruttive sostenibili; esperienze sul campo, con visite guidate, incontri con esperti e operatori locali; laboratori sensoriali e pratici, nei quali la conoscenza si è fatta gesto, contatto, esperienza. Un cammino, dunque, non solo fisico ma anche intellettuale, nel quale lo studio del patrimonio si è intrecciato al senso dell’abitare, della comunità, della cura per il territorio.
Tra i borghi e la memoria del Crati
Dalla Civita arberësh a Morano Calabro, gli studenti hanno osservato la forma degli abitati e il linguaggio delle minoranze linguistiche. A Rossano, hanno visitato l’Opificio Amarelli, dove la storia industriale si fonde con la cultura del luogo; a Sibari, si sono immersi tra gli scavi della città greco-romana, per toccare con mano le radici classiche della Calabria “Ultra”. La tappa di Campotenese, presso l’Hub turistico divulgativo “La Catasta”, ha offerto un esempio concreto di marketing territoriale sostenibile, in cui la cultura si fa motore di sviluppo e di identità condivisa. Poi Altomonte, con il suo borgo silano e il laboratorio di artigianato in terracotta, dove gli studenti hanno riscoperto la manualità come forma di conoscenza.
Il laboratorio di Fagnano Castello
A Fagnano Castello, la protagonista è diventata la terra cruda: materia umile, antica e insieme modernissima. Guidati dal prof. Chimirri – tra i maggiori esperti italiani di architettura in terra – gli studenti hanno preparato e modellato la materia, realizzando un mattone di bresti e una piccola parete con la tecnica del pisé. Un gesto concreto, simbolo della possibilità di costruire il futuro recuperando le tecniche del passato. L’itinerario si è poi concluso con una tappa al Parco Letterario Ferramonti di Tarsia, luogo di memoria e riflessione, dove il paesaggio naturale incontra la storia dell’uomo.
La grande lezione del paesaggio
L’obiettivo – ambizioso e profondo – è stato quello di educare al paesaggio: sviluppare nei giovani la capacità di leggere il territorio, comprenderne la storia, immaginarne un futuro sostenibile. Una scuola che non “parla del mondo”, ma entra nel mondo, lo osserva, lo ascolta e lo racconta. Nei prossimi mesi, gli studenti del “Morelli-Colao” realizzeranno un documentario multimediale, con interviste, itinerari digitali e testimonianze dirette, per diffondere online il racconto di questa esperienza formativa e per contribuire a valorizzare – con il linguaggio dei giovani il patrimonio culturale della Calabria.


